Questa è l’altra antifona antica che non viene più pregata nella nostra liturgia:O Gabriele, messaggero dei cieli, tu sei entrato da me a porte chiuse e mi hai detto quelle parole: Concepirai e partorirai un figlio e sarà chiamato Emmanuele!”. Ho letto che, nella cultura ebraica, ha una grossa importanza spirituale la prima notte dopo il parto. E’, infatti, una notte in cui sia la madre sia il bambino sono molto vulnerabili ed è necessario che ci sia una persona che in quella notte vegli in preghiera per tenere il male lontano da loro.
Anche da noi a Napoli, esiste la tradizione che qualcuno resti con la mamma e il bambino la notte dopo il parto…purtroppo, però, a causa dell’ospedalizzazione della nascita, una donna è costretta a rimanere tutta la notte per vegliare la mamma e il bambino.
Noi di Ain Karim crediamo e sogniamo che i papà debbano restare quella notte a custodire la mamma e il piccolo. Scrivo sogniamo perché ci piacerebbe creare in Italia una struttura speciale in cui il parto possa tornare ad essere un evento sacro, familiare pur continuando a sfruttare  la molteplicità di competenze riguardo alla nascita che si sono sviluppate nel tempo.
Mi piace immaginare che Maria a Giuseppe a Betlemme abbiano vissuto così quella notte speciale. Giuseppe, il Custode, deve aver svolto in maniera speciale e tenera il suo compito. Egli, giusto di Israele, molto probabilmente conosceva davvero bene questa tradizione e l’avrà sicuramente rispettata.
Immagino ancora che i due sposi hanno rievocato tutti gli eventi e i segni dal concepimento del Bambino fino a quel momento. Come solo una coppia innamorata sa fare, avranno ricordato quell’angelo e le parole che aveva detto ad entrambi. Quell’annuncio speciale che aveva cambiato la loro vita.
Immagino le braccia di Giuseppe che stringono il Bambino e la madre e le lacrime di commozione e di dolore che i due versano pensando a Dio e alle lotte che hanno dovuto sostenere. Sanno quei due sposi che ora la loro vita non è più “normale”, ora essi sono entrati a far parte di un mondo che non è più solo quello umano, ma è l’incontro del mondo umano e di quello spirituale. Essi ne godono le gioie, ma pagano anche sulla loro pelle le conseguenze della battaglia. Ma quella profezia che essi hanno ricevuto dà loro forza, una forza che non si aspettano e che probabilmente viene da quel Bambino che è una meraviglia innanzitutto per i loro occhi!
La storia di quella coppia oggi si estende per grazia dello Spirito Santo a tutti noi. Anche a noi tocca ripensare quelle profezie che l’angelo ha detto a Nazaret, perché oggi grazie alla potenza dello Spirito santo quel Bambino viene a nascere in tutti noi. A tutti noi viene concessa la stessa grazia e, proprio in virtù di questo, la stessa lotta…
ma le parole dell’angelo daranno a ciascuno di noi la stessa forza…
Buon Anno…

dalla Fraternità del Cuore Misericordioso di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria: Tomma, Padre Raffaele, Silvana e Ciro…

Commenti