La sfida dell'unità dei cristiani e il dialogo con gli ebrei

Il 17 gennaio, ormai da tempo, nella nostra parrocchia si prega per il dialogo con gli ebrei e per la grande intenzione di Paolo, cioè, che tutto Israele riconosca il Signore (vedi lettera ai Romani cap.11-13).
Per me, che faccio parte del gruppo di danza biblica, questa preghiera è molto sentita, perchè, fin dall'inizio del nuovo anno, cerchiamo di cogliere le ispirazioni che lo Spirito Santo mette nel nostro cuore e di tradurle in una nuova danza che trasmetta a tutta la comunità parrocchiale l'importanza di questa preghiera per il ritorno del Signore.
Abbiamo sentito forte inoltre, che è importante salvaguardare l'esistenza delle religioni minacciate dallo spiritualismo new age e dalle forme di terrorismo religioso. Queste due correnti di pensiero, entrambe pericolossime, ci fanno perdere di vista l'importante apporto che le religioni possono e devono dare alla costruzione di una civiltà in cui c'è la pace.
Quest'anno ci siamo sentiti accompagnati da particolare carezze dello Spirito.
La prima: la visita del Papa alla sinagoga di Roma. Le parole cheFrancesco ha pronunciato in sinagoga sono state per noi una grande conferma spirituale per due temi che sono il fulcro della nostra spiritualità. Il papa ha affermato innanzitutto la sua presenza alle feste del popolo ebreo, quelle che noi chiamiamo le feste bibliche, fin da quando era a Buenos Aires, e poi la spinta, quel "sì alla riscoperta delle radici ebraiche del cristianesimo".
Abbiamo voluto danzare così un canto di pace, un canto che fa parte dei canti tradizionali di Shabbat, dal titolo Shalom Aleichem. E' un canto che invoca gli angeli perchè portino la pace dal cielo. Le sue parole sono queste: Pace a voi, angeli "ministri", angeli dell'Altissimo,del Supremo Re dei re, il Santo, Benedetto Egli sia.Venite in pace, angeli di pace, angeli dell’Altissimo,del Supremo Re dei re, il Santo, Benedetto Egli sia.Beneditemi con la pace, angeli di pace, angeli dell’Altissimo,del Supremo Re dei re, il Santo, Benedetto Egli sia.Andate in pace, angeli di pace, angeli dell’Altissimo,del Supremo Re dei re, il Santo, Benedetto Egli sia.
E'stato un momento di grande intensità, anche perchè, per una sorta di contingenze, abbiamo danzato solo in due, io e Libera, una ragazzina di quattordici anni. Nella liturgia ebraica di Shabbat è molto forte l'invocazione delle madri e delle figlie della luce e della pace del giorno di Sabato. Anche nella nostra danza era un pò così. Eravamo due generazioni a danzare per invocare la pace, proprio nel giorno in cui la liturgia ci faceva meditare la scena di Cana, in cui Maria, una donna, spinge, in un certo senso, l'inizio dei miracoli di Gesù. E' una sensazione probabilmente archetipica, ma, secondo me, la donna ha un grande ruolo nell'invocazione della pace. 
La seconda: per la prima volta, io e le ragazze del gruppo danza, siamo stati invitate a parlare del mistero di Israele e del Movimento mariano di preghiera per l'illuminazione di Israele in un'altra parrocchia. 
E' stato un momento di forte grazia!
Tutte le persone ci hanno avvicinato e ci hanno ringraziato, perchè hanno compreso quanto la riscoperta delle nostre radici ebraiche rafforzi la nostra fede in Gesù.
Proprio poche ore fa, il parroco di questa parrocchia, mi ha nuovamente invitato, perchè vuole che per tutto l'anno, noi come movimento, possiamo approfondire insieme alla sua comunità la simbologia ebraica della celebrazione eucaristica. 
Per me è una grande gioia sapere che altre persone stiano sentendo la passione per l'unità, utilizzo questo termine, perchè la prima grande divisione nel cuore dei cristiani è quella con il popolo ebraico. Sento profondamente questa cosa, ma mi piace sottolineare che questa espressione non è mia, ma dell'amato Cardinale Schonborn che l'ha usata proprio durante un'intervista sull'unità dei cristiani. 
Poter parlare di questa dimensione dell'unità e poterla condividere con altri sul nostro territorio è un'immensa grazia che speriamo si possa diffondere sempre di più. 
Vi chiediamo di pregare per questa nuova missione che terremo nella parrocchia di S. Anna a San Giorgio a Cremano. 
So che quanti più siamo a desiderare l'unità in Gesù e la manifestazione del Signore a tutto Israele, tanti più godremo di quella frase che verrà dal cuore di Gerusalemme nel giorno dell'incontro con lo sposo: "Benedetto Colui che viene nel nome del Signore!".
Ci sono altre cose belle da condividere...ma dovete aspettare i prossimi post!!!
Maranathà, vieni Signore Gesù





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