Uno spazio per le donne a Napoli sotto la protezione di una nativa d'America...

In questi mesi al nostro Centro sono arrivate tante donne a chiedere aiuto. Non so se è perché mi sento anch'io tanto sensibile alla sofferenza delle donne (essendo donna io stessa), ma la condivisione dei loro dolori insieme ai tesori che ne emergevano davanti ai miei occhi, mi hanno portato a pensare a qualcosa che fosse per le donne. Mi spiego meglio: uno spazio femminile di accoglienza, cura, condivisione della tenerezza, del bello, del dolore, della crescita...uno spazio di donne per tutte le età e di tutti i tipi di condizioni.
Mi è venuto in mente il romanzo stupendo "Balla coi lupi"in cui Alzata con pugno si rifugia in una tenda tutta femminile per piangere la morte di suo marito, per vivere i momenti del ciclo mestruale, per prepararsi al matrimonio. Immagino questa tenda come un ritorno a quello che siamo veramente, al femminile, senza imposizione di ritmi maschili, come la società e, purtroppo anche noi stesse, abbiamo fatto in questi ultimi anni.
Avevo in mente, in pratica, un luogo di educazione ecologica integrale dove si valorizza il femminile. Un sacerdote del Chiapas, Josè Bartolomeo Martinez, indigeno egli stesso, ha affermato in un documento del Celam dal titolo "La spiritualità dell'ecologia": -Dobbiamo valorizzare il contributo delle donne: loro, infatti, sono portatrici naturali della logica della complessità e sono più sensibili verso tutto ciò che attiene alla vita-.
Proprio questo mese, Papa Francesco ha chiesto alla chiesa di pregare perché i popoli indigeni possano essere valorizzati e, proprio al popolo del Chiapas ha detto : "In questo voi avete molto da insegnarci, da insegnare all’umanità. I vostri popoli, come hanno riconosciuto i Vescovi dell’America Latina (nel Documento di Aparecida), sanno relazionarsi armonicamente con la natura, che rispettano come «fonte di nutrimento, casa comune e altare del condividere umano».
Come sempre questa attività è pensata per tutte, non è solo per donne cristiane. Io, però, poiché sono cristiana ed anche il Centro lo è, volevo affidarla, come faccio sempre, per ogni attività che intraprendiamo, ad un amico in Cielo che da lì se ne occupi mentre noi lavoriamo sulla terra. 
Da qualche mese, ho conosciuto una santa Katheri Tekakwitha, una nativa d'America che si è innamorata di Gesù e gli ha dato la sua vita. Visto che questa attività è ispirata ad una pratica "indiana"mi piaceva affidarla ad un santo nativo...cercando maggiori notizie sulla vita di Katheri, ho scoperto che proprio oggi è la sua festa liturgica...quindi le facciamo un regalo di compleanno sperando che lei ne faccia tanti a noi!
Già tutti gli amici del Centro stanno pregando per questa novità e ci sono tante donne di ogni età che mi hanno detto di voler esserci, dandomi suggerimenti preziosi e tante disponibilità.
Chiediamo anche a voi che leggerete di pregare e, magari, di essere delle nostre! Il re, al ritorno ci chiederà quanto amore abbiamo dato. Prepariamoci insieme e partecipiamo tutti al ministero di guarigione che Gesù ci chiama ad esercitare per la sua venuta. 

Maranathà, vieni Signore!

Commenti

Posta un commento