Unità?

Questa domenica della Parola di Dio cade nell' ottavario di preghiera per l'Unità dei cristiani. Mi piacerebbe condividere una parola della Bibbia sull'unità per riflettere bene sul senso di questa intercessione. Paolo scrive alla chiesa di Corinto: "Mi è stato segnalato infatti a vostro riguardo, fratelli, dalla gente di Cloe, che vi sono discordie tra voi. Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: «Io sono di Paolo», «Io invece sono di Apollo», «E io di Cefa», «E io di Cristo!». Cristo è stato forse diviso? Forse Paolo è stato crocifisso per voi, o è nel nome di Paolo che siete stati battezzati?" (1 Cor.11,13) Oggi, nelle nostre chiese locali, è ancora così: magari stiamo pregando per l'unità con gli evangelici, con gli ortodossi, con gli anglicani, ma le nostre chiese sono più divise dei partiti politici. C'è divisione dentro e c'è divisione fuori. Siamo in una società globalizzata, ma stiamo ancora dicendo di appartenere a questa o a quell'altra parrocchia, a questo o a quell'altro gruppo. Purtroppo, lo dico con dolore, non con tono polemico, questa mentalità coinvolge anche tanti dei nostri pastori.
A me, il Signore ha fatto fare esperienza della Chiesa universale in modo un pò violento e doloroso, ma gli rendo lode, perchè oggi posso dire che, ovunque io sia, mi sento chiesa. Voglio raccontarvela questa esperienza, perchè , magari può aiutare chi ha difficoltà nell'intraprendere un percorso di unità che è soprattutto un percorso del cuore. Sono cresciuta in una parrocchia dove il Rinnovamento Carismatico ha profondamente convertito tutti i servizi e i ministeri. In altre parole, io, dal punto di vista spirituale, avevo tutto e, quel tutto, per me, rappresentava la normalità. Poco dopo i miei diciotto anni, c'è stato un cambiamento profondo nella parrocchia. Cominciava a mancarmi il terreno sotto ai piedi, perchè ho capito che niente di quello che avevo, sarebbe esisito più. Più si andava avanti, più moriva lentamente. Costatavo sempre di più che, quello che il Signore aveva realizzato da noi, a Pugliano, non c'era altrove. In nessun altro posto. Ero in crisi profonda. Mi ricordo che mi sono confidata con il mio insegnante di religione, don Enrico Aleotti. Mi ha abbracciato forte e ha pianto con me. Quel giorno la chiesa universale mi ha aperto le porte. Ho cominciato a ricevere tantissimo da realtà di cui non sapevo niente e che, soprattutto, vivevano la fede in maniera completamente diversa da come l'avevo vissuta io. Ho capito, ad un certo punto, che dovevo restituire alla chiesa, la chiesa della diversità dei linguaggi, dei comportamenti, ma comunque, la chiesa degli abbracci, quello che avevo ricevuto. Ed è nato il Centro. Sono nate le collaborazioni con tante realtà ecclesiali e con tante chiese, anche non cattoliche. Sono sempre la stessa spiritualmente, ma ora sono di tutti. Con tutti. Soprattutto con chi è diverso, è fuori, è al di là. Per dare quegli abbracci che mi hanno fatta sentire chiesa.
Naturalmente, ci sono tante cose che non mi piacciono un pò ovunque, ma voglio restare nella chiesa di Gesù per stare con chi si sente smarrito,solo, malato e diverso ovunque e sempre. Spero che lo Spirito Santo vi faccia fare un itinerario verso l'unità meno doloroso, ma vi auguro di poterlo fare, perchè Gesù vuole l'unità. L'ha chiesta al Padre nel momento in cui ha redento il mondo! Per tornare all'esortazione di Paolo, io ho fatto esperienza che non c'è unità se non parte dal nostro cuore e dalla nostra relazione con Gesù. L'unità interiore genererà unità nelle chiese, tra le chiese, tra le religioni e tra gli uomini realizzando quella profezia che Paolo fa più avanti, sempre nella lettera ai Corinzi (1 Cor 15,28): "Dio sarà tutto in tutti". Maranathà, vieni Signore!

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