Mentre erano chiuse le porte...venne Gesù

In alcuni periodi, come quello che stiamo vivendo, ci sono due atteggiamenti che, secondo me, sono poco cristiani. A Pasqua, questi modi di agire diventano molto evidenti Il primo è il "buonismo da feste comandate". A Pasqua, come a Natale, ci si riunisce, ci si bacia, si finge che tutto vada bene. Tutto questo non per cominciare daccapo i rapporti e le relazioni ferite, ma per la nostra idea di perfezione riguardo a noi stessi, alle nostre famiglie e alle relazioni che abbiamo. Pasqua, come le altre feste,diventa la festa del : "Dio, guarda come sono bravo! Faccio quello che dici tu". Finita Pasqua e l'ipocrita esercizio di buonismo e di orgoglio, niente cambia. Il secondo atteggiamento che trovo non cristiano è il miracolismo. Sembra che si dica: Oggi Gesù è risorto e qualcosa farà, come per magia. Confesso che, anche a me, piacerebbe tanto un dio mago, un dio che mi risolva i problemi e i pesi che ormai, porto da troppi anni e non ce la faccio più a portare. Gesù, il Risorto, non è così. Per quel poco che riesco a comprendere di questo strano Dio, perchè, più resto cristiana e più, per me, è Mistero, Egli non desidera sedurci assecondando i nostri desideri. Leggendo il Vangelo di Giovanni(GV. 20,19), vangelo che, nelle nostre liturgie, verrà proclamato domenica prossima,c'è una frase che mi è saltata agli occhi e che voglio condividere con voi: "La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!»".
Mi è saltata subito agli occhi questo pezzo di frase: "mentre erano chiuse le porte...Gesù venne". Stavo proprio pensando: "Dove devo vederti risorto?". Mi è sembrato che Gesù mi dicesse: "Dove il tuo bisogno del mio miracolismo non mi cercherebbe mai. Nei luoghi dove tu, la vita, le situazioni, questo periodo storico è ancora "con le porte chiuse". In quest'ottica, ho riletto anche un'esperienza molto forte che mi è capitata Venerdì Santo. Avevo da poco finito di leggere il paragrafo del libro " I fratelli Karamazov" intitolato "il Grande Inquisitore". Nel mio cuore c'era un pensiero triste: " Come somigliamo alla chiesa che rappresenta l'Inquisitore di quel romanzo". Mentre osservavo tutta l'azione liturgica col filtro che esercitava su di me quel pensiero, c'era davanti a me un bambino che mi evangelizzava. Durante le letture, lo svelamento della croce, le preghiere, l'adorazione della croce, quel bimbo lodava, alzava le mani, vedeva in ciascuno di quegli atti la redenzione che Gesù stava operando e la spiegava alla mamma davanti, come se commentasse un evento reale. Con frasi piccole e semplici, ma vere. Ed era emozionato! Voleva che si battessero le mani per Gesù, che noi tutti alzassimo le mani, saltava,muoveva le braccia. Continuava a dire: "Oggi sono felice!". Non crediate che imitasse qualcuno, era l'atteggiamento di un bimbo. A volte vediamo sui social bambini che compiono azioni spirituali, ma imitano gli adulti. In quel momento, vi assicuro, non c'era alcuna imitazione dell'adulto. A casa sua sono abituati a lui, io sono rimasta meravigliata e stupita perchè, proprio alla maniera di un bambino, stava dicendo cose fortissime!
Sono scoppiata in lacrime, perchè in quelle porte chiuse del mio cuore, quel bimbo aveva riportato l'attenzione non sulle azioni, che possono diventare vuote e sterili, ma su quello che Gesù stava facendo in quel momento. Vincenzo, così si chiama il bambino, si è accorto di questo e mi ha detto: "Ti sto facendo commuovere?". Gli ho detto che avevo bisogno di lui in quel momento. E lui, che non è, per niente, un bambino affettuoso, ha risposto: "Tomma, anche io stasera avevo bisogno di te". La comunione si era fatta visibile tra noi. Gesù ha trovato un bimbo di 10 anni per entrare nelle mie porte chiuse e mi ha fatto capire che non devo essere io ad aprirle, come sono sempre tentata di fare, ma lo farà il suo Spirito Santo. L'augurio che mi viene di fare a tutti voi è una frase del beato Carlo Acutis, anche lui bambino evangelizzatore: "Non io, ma Dio".
Dalle porte chiuse dei nostri cenacoli interiori ed esteriori del nostro mondo gridiamo: "Maranathà, vieni Signore!

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