Essere benedizione: la vocazione degli anziani e dei nonni

Affinando... i nostri sensi a riconoscere la presenza del Signore, saremo come “olivi verdeggianti nella casa di Dio”, potremo essere benedizione per chi vive accanto a noi". E' questa una delle frasi, secondo me, più belle della lettura di senso dell'anzianità che Papa Francesco ci ha donato per oggi, in occasione delle II Giornata Mondiale dei nonni e degli anziani. Questa giornata si inserisce in un tempo spirituale molto importante per la chiesa: la preparazione alla festa dei SS. Anna e Gioacchino. Io e tutte le persone che, in questi anni, hanno fatto un pezzetto del loro cammino spirituale con me, abbiamo imparato a conoscere dai fatti la potenza di Anna e Gioacchino, gli amanti della porta d'oro. Nell'iconografia, essi vengono rappresentati in una danza d'amore davanti alla porta d'oro del Tempio di Gerusalemme, mentre concepiscono Maria, la mamma di Gesù.
Anno dopo anno, continuiamo ad essere testimoni della benedizione che essi diventano per chi desidera un bambino, per le coppie in crisi, per l'unità tra i membri delle famiglie. Oggi, ispirati da questo bellissimo Messaggio che il papa ci dà, vogliamo anche riflettere su come essi possono diventare ispirazione per dare un senso spirituale e umano all'anzianità. La tradizione iconografica, come ho detto sopra, e gli scritti della Beata Anna Caterina Emmerick ci hanno mostrato come Anna e Gioacchino, ormai troppo vecchi per generare, diventano radic della strirpe del Messia. Questa tradizione ci ricorda Abramo e ci rievoca le parole che il Signore gli ha dato: "Farò di te una grande nazione e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e possa tu essere una benedizione" (Gn.12,2). Come Abramo, Anna e Gioacchino, vengono invitati a collaborare con Dio per "poter essere una benedizione". Essi vengono invitati a fare quello che il profeta Gioele annuncia per i tempi della vittoria. Sono invitati a sognare, ma non a sognare qualcosa di astratto. Mi piace dire che questi patriarchi sono stati invitati a condividere i loro sogni con quelli di Dio. Oggi, il nostro papa alza la voce come Pietro a Pentecoste e invita tutti i nonni e gli anziani cristiani a fare lo sforzo di azzardare a sognare con Dio per poter essere benezione. In questi giorni di preparazione alla festa di questi due santi amati, un'altra Parola del Signore mi ha confermato questa intuizione: è in Genesi 49, dal versetto 1 al versetto 28. In questi versi, Giacobbe-Israele benedice i suoi figli o meglio, alcuni li benedice, altri li rimprovera o quasi li maledice. Se provate, come ho fatto io, a leggere ad alta voce il passo, ne sentirete tutto il potere e la forza. E' necessario essere consapevoli di queso potere, in positivo perchè edifica, in negativo, nel dire male o maledire, perchè distrugge spiritualmente, emotivamente e relazionalmente. Non mi voglio dilungare troppo, ma l'eperienza pedagogica, il counseling e la mia vita personale potrebbero arricchire di numerosi esempi quello che ho scritto nella frase precedente. Nella foto di seguito, potete vedere i miei nonni. Essi sono sempre stati per me "benedizione" e continuano ad esserlo ora che sono in cielo.
Quindi, per concludere, abbiamo bisogno di ritornare insieme tra generazioni. Il pericoloso fallimento della famiglia nucleare è sotto gli occhi di tutti. La Parola di Dio ci dice: "Ecco quanto è buono e soave che i fratelli vivano insieme" (Sal133). La vita sociale, spirituale, relazionale per compartimenti stagni non favorisce uno sviluppo felice dell'essere umano e il Messia non verrà finchè i sogni degli anziani e le visioni dei giovani non "costringeranno" il Padre a effondere su tutti lo Spirito del Signore. Maranathà, vieni Signore!

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