Anna e Gioacchino, radici della nuova alleanza

Ai tempi di Ain Karim, ormai circa 10 anni fa, abbiamo scoperto la grandezza di coloro che la tradizione cristiana ci ha presentato come i genitori di Maria, Gioacchino ed Anna. Da quel momento in poi, nel counseling spirituale, ma anche nella mia vita personale, essi hanno assunto un'importanza grandissima. Colei che ci ha presentato in maniera affascinante, fino a farcene innamorare, Anna e Gioacchino è stata Anna Caterina Emmerick. Alcune rappresentazioni iconografiche, inoltre, hanno alimentato questa relazione con queste due persone meravigliose che ancora oggi suscitano tanto affetto nel popolo di Dio e non solo.
Vi voglio elencare alcuni punti dei racconti di Anna Caterina che ci possono far vedere questa coppia molto vicina a noi. Innanzitutto, Anna Caterina vede Gioacchino ed Anna che non dormono insieme, sono separati e tristi. Essi, però' continuano a pregare, malgrado questo. Pensate un pò: i genitori di Maria, l'Immacolata e la piena di grazia, che si separano, perchè la ferita che avvolge la loro coppia diventa un muro tra i due. Non vi sembrano vicini a noi? Quante coppie vengono separate dai problemi della vita, dalla loro difficoltà a venirsi incontro, da mali troppo grandi che sembrano soffocare l'amore? Provate a rivolgervi a loro, come ad amici, quando vivete esperienze simili e fatemi sapere! Inoltre, Anna e Gioacchino, fin dal concepimento, sono in grado di donare la propria figlia alla sua missione, alla comunità di cui fanno parte. E' un grande insegnamento quello dell'offerta dei propri figli. Non è solo per chi vive la fede: tutti dobbiamo raggiungere un equilibrio tra l'essere al servizio del grande dono educativo che ci è stato fatto e la capacità di mettere questo dono nel mondo per dare un senso alla sua vita. E' un equilibrio delicato, ma anche in questo, i nostri Anna e Gioacchino possono essere maestri. Infine, la capacità di credere nei sogni. Questi due santi mi sembrano coraggiosissimi quando, dopo infinite umiliazioni e una crisi matrimoniale, hanno il coraggio di andare alla "porta d'oro" per ricominciare. A me, tante volte, manca il coraggio di alzarmi da ciò che non è andato e recarmi nella direzione della speranza. Mi piace che, in molti paesi, anche nel mio le statue di Anna e Gioacchino si muovano per le strade. Lo vedo come un invito a muoversi con loro verso la "porta d'oro" della speranza che è in noi. Ci uniamo al loro grido che ha realizzato i tempi messianici, perchè Gesù venga: Maranathà, vieni Signore!

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