L'importanza della relazione. Perfino con gli elementi della natura

Potrebbe sembrarvi che io abbia scelto un titolo piuttosto banale per questo post. Credo, però, che serva a comprendere l'urgenza di sviluppare un atteggiamento fondamentale per la permanenza degli esseri umani su questo pianeta: la capacità di relazione. L'estate ci fa stare molto di più "in contatto" con gli elementi della natura, ma, a mio parere, se questo contatto non diventa relazione, o, ancora meglio, relazione sana, il percorso di crescita verso la comune redenzione, a cui siamo chiamati, diventa difficile. Stiamo molto poco in relazione con gli elementi: tutto è mediato dallo schermo dello smartphone, dalle parole di una guida, dall'esercizio di uno sport. Il tempo personale in relazione con la natura è pochissimo o nullo. Cosa posso capire, dunque, di una realtà se non mi relaziono ad essa? Come ascolterò il grido della mia terra se non ci passo del tempo senza alcuna mediazione di sorta? Io credo che la stagione estiva sia il tempo più importante per attivare o riattivare questa relazione. Per molti pomeriggi, dopo il lavoro e durante le ferie, mi sono ritagliata dei tempi al mare o ai belvederi della nostra meravigliosa terra. Quel tempo è stato così arricchente che, ancora oggi, dopo circa due settimane dalla fine delle ferie, io continuo a sognare, quasi ogni notte, la bellezza della nostra terra. In tutta quella bellezza, ci si ascolta reciprocamente. Tu sei ascoltato e la natura e anche Dio parlano. Da alcuni posti, la visione delle cose diventa chiara, soprattutto riguardo all'ipocrisia che abbiamo nei confronti di tanta bellezza. Mi riferisco al fatto che, la maggior parte di questi posti, rischia di essere abbandonata e poco valorizzata.
Quest'estate, per il gran caldo, è stato difficile partecipare alle celebrazioni della nostra vita di fede: abbiamo sudato e sofferto, noi ed i nostri pastori. Siamo, però, tutti rimasti a soffrire o a scegliere di non partecipare pur di restare nelle nostre chiese al chiuso e al caldo. Sarebbe così bello spostarci in estate nei tanti santuari naturali che abbiamo nella nostra terra. Questo educherebbe la nostra relazione col creato, lasciando allo Spirito la libertà di realizzare la conversione ecologica per cui tanto stiamo pregando. Se non ci facciamo carico, ognuno per la sua parte, della bellezza che ci è stata affidata, essa verrà depredata. Se noi abbandoniamo, i mercenari si impossesseranno della nostra bellezza. In questo senso, volevo segnalare delle iniziative bellissime di scuola nella natura e del mare che servono proprio a creare una relazione tra i bambini e gli elementi della natura. Abbiamo bisogno di sentirci protagonisti della relazione di comunione per poter portare la redenzione di Gesù ad ogni creatura in vista del compimento. Questa educazione non va fatta solo dalla scuola, ma anche dalla famiglia e dalla chiesa.
Un altro spunto vi volevo proporre in questo post: quello di non perdere i tesori di chi questa relazione l'ha vissuta e la vive in maniera profonda. Ci sono, infatti, tesori non scritti che si trovano nella sapienza e nel cuore dei nostri contadini e dei nostri pescatori che non possiamo lasciare perdere.
Dare voce a questa sapienza, valorizzarla e promuovere degli scambi tra le generazioni può aiutarci non solo ad attivare una relazione con la natura, ma a rispettare l'alterità delle creature, a dare tempo, a riempire di senso quello che siamo. Il papa ci ha fatto profeticamente comprendere nel Messaggio per la Giornata di preghiera per la cura del Creato per l'anno 2024, che stiamo camminando insieme alla creazione verso nuovi cieli e nuova terra. Non possiamo pensare di salvarci e di attendere la manifestazione del Messia senza il creato, perchè tutta la creazione è in attesa con noi e attende la nostra testimonianza di redenti. Maranathà, vieni Signore!

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