Resoconto del mio primo pellegrinaggio di speranza dell'anno giubilare 2025

Quado papa Francesco, nella notte di Natale, ha aperto la Porta Santa in S. Pietro, come segno di inizio dell'anno giubilare, ha voluto in Vaticano la statua di S. Maria della Speranza, patrona di Battipaglia. A pochi giorni, dal rientro del simulacro a Battipaglia, ho deciso di recarmi in pellegrinaggio proprio, lì a Battipaglia, al Santuario dove Maria viene venerata con questo titolo. La chiesa ha origini antiche, così come la devozione mariana ad essa associata. Nel 1800, venne realizzata su commissione dei Borbone, la statua che oggi si venera nel Santuario, sopravvissuta a due terremoti devastanti, di cui il primo nel 1857, ha completamente distrutto la chiesa, ricostruita poi nel 1908. Il santuario è davvero suggestivo, arredato con gusto, pieno di elementi di arredo greci, come le lampade, i lampadari e un'icona della deposizione di Gesù dalla croce. Quando mi sono soffermata a meditare sull'immagine di Maria, rappresentata nell'icona, mi colpiva tantissimo l'ancora d'oro che Maria tiene tra le mani. E' un'ancora davvero grande: mi ispirava tanta stabilità.
Casualmente, abbiamo incontrato alcuni amici di un amico che era venuto con me. Io non li conoscevo, ma la nonna ha chiesto al mio amico di pregare per il suo nipotino. Quando abbiamo guardato il bambino, abbiamo visto che era senza pelle, come ustionato, in alcune parti del corpo. Ho sentito subito il bisogno di chiedere alla madre, lì presente, di parlarle, di ascoltarla. Mi ha raccontato che il bambino aveva una malattia rara, dolorosa, di cui non ricordo il nome,che gli provocava la perdita della pelle in varie parti del corpo. Mi ha colpito tanto, ma non capivo. Ci siamo poi fermati in spiaggia, a meditare nel mio santuario preferito che è il mare. Guardavo le chiazze di luce che penetravano le nubi in una giornata di gennaio nuvolosa e fredda, qual è quella di oggi. Era viva in me l'immagine delle manine piagate di quel bambino e contemporaneamente la luce suggestiva che penetrava nelle nubi e illuminava il mare.
Mi è risuonata dentro la frase di Isaia:"Fasciare le piaghe" (Is.61,1). E'questo uno dei segni che il Messia rende concreto nell'anno di misericordia che è la sua prima venuta. "Fasciare le piaghe", in un difficile equilibrio tra prendersi cura e rendere liberi. Credo che questa sia la missione che Maria mi ha messo nel cuore come dono in questo primo cammino giubilare verso la Speranza. "Fasciare le piaghe" dei corpi e dei cuori spezzati, soprattutto dei piccoli, per ancorarci a quel Dio che ci manda come Lui a versare olio e vino così da attirarlo a noi. Maranathà, vieni Signore!

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