Una novena all'Assunta per chiedere la Pace

In questi giorni ci troviamo a fare l'esperiemza diretta della mancanza di pace. E' un'assenza tangibile nel cuore delle persone, nelle famiglie, nelle realtà ecclesiali e sociali. Poi ci sono le guerre che non solo rappresentano la mancanza di pace, ma proprio la degenrazione dell'umano, il punto più basso in cui può cadere l'umanità. Dal dopoguerra in poi, le società occidentali hanno cercato di "organizzare" la pace come fosse una strategia umana, a volte anche imponendola. Papa Francesco ha più volte sottolineato che la pace non è semplicemente assenza di guerra e Leone ci ha detto, proprio poco dopo la sua elezione, che la pace è il primo dono del Risorto. Non è qualcosa di umano. Eppure, dobbiamo riconoscerlo: abbiamo fallito nell’educare alla pace. Al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa sede il papa ha detto che la pace si costruisce nei cuori e a partire dai cuori. E noi? Abbiamo costruito tanto, investito tanto… ma troppo spesso in tutt’altro. Non nel cuore. Non nella pace.
Fra pochi giorni, celebreremo la solennità dell’Assunzione di Maria al cielo, una festa condivisa anche dalla Chiesa ortodossa (con qualche differenza di calendario e forma). È una festa a cui tengo particolarmente e potrebbe essere un'occasione propizia per invocare la Pace. Due luoghi, legati, in qualche modo all'Assunzione, mi hanno confermato in questo proposito. Il primo di essi è un episodio potente e doloroso: le apparizioni della Madonna a Kibeho, in Rwanda. Era il 15 agosto. Alphonsine, Marie Claire e Nathalie si preparavano a festeggiare la Madre del Verbo, che in quel periodo appariva loro. In quel giorno Maria si presentò in lacrime e mostrò scene spaventose: laghi di sangue, cadaveri, odio dilagante. Purtroppo, non erano solo visioni. Tra il 1993 e il 1994, le fotografie di Sebastião Salgado hanno documentato quella realtà: il genocidio, la violenza, il volto disumano dell’odio. Ma da quelle ferite profonde è nato anche un percorso di perdono, di ricostruzione, di riconciliazione. Là dove il male sembrava avere l’ultima parola, Maria ha operato silenziosamente per la pace.
Anche un altro luogo mi è tornato alla mente in questi giorni: la casa di Maria a Efeso, in Turchia. Ne parlava un bellissimo articolo pubblicato su Avvenire lo scorso 20 maggio 2025, di cui vi metto il link qui: . Questa piccola casa, conosciuta come Meryem Ana, è oggi un luogo di preghiera condiviso da cristiani e musulmani. Secondo le visioni della Beata Anna Katharina Emmerick, proprio lì sarebbe avvenuta la "dormizione" di Maria. Un dettaglio che rende ancora più significativo il fatto che sia diventato un luogo di pace interreligiosa, di comunione e speranza. Quanto sarebbe importante chiedere a Maria la pace proprio in questa festa, che ha prodotto frutti di pace nei cuori e, sono sicura, potrebbe portare pace anche al nostro tempo.
A Ercolano, dove vivo, si celebra la Vergine di Pugliano, venerata proprio in questa occasione. Per me, quella statua è più di un’immagine: è un’icona spirituale. L'ho già scritto e lo dico sempre. Quando contemplo la statua della Madonna di Pugliano mi viene sempre in mente la profezia di Isaia 66.
Quel brano al verso 11 dice: "Perché così dice il Signore:«Ecco, io farò scorrere verso di essa,come un fiume, la pace..." In questi giorni che ci preparano alla festa dell'Assunta potremmo pregare lo Spirito Santo perchè investa i cuori, le famiglie,, le chiese e la società intera con un fiume di pace. Questo verso potrebbe diventare proprio la nostra piccola preghiera che possiamo ripetere durante la giornata: Signore, fai scorrere verso di noi come un fiume la Pace. Lo stesso Isaia più avanti, al verso 12 dice: "Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore". Ed è con questa speranza che voglio concludere questa riflessione: chiedendo a Maria di accompagnarci in questo tempo confuso e ferito e di intercedere per un mondo che ha tanto bisogno di tornare umano, a partire dai cuori. Maranathà, vieni Signore!

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