Il titolo di questo post riprende le parole di Papa Leone nel Messaggio per la X Giornata per la cura del Creato, dove ha definito il Borgo Laudato Sì un “seme che porta frutti di giustizia e di pace”.
Venerdì 5, in maniera ufficiale, il Papa ha inaugurato a Castelgandolfo, nella residenza estiva dei papi, un Borgo dove i principi dell'Enciclica Laudato sì possano essere applicati, studiati e diffusi.
Dieci anni fa, nel 2015, con la pubblicazione della Laudato Sì, Papa Francesco ci ha invitati a cambiare sguardo sul creato. Non più un bene da sfruttare, ma una casa comune da custodire. La trascuratezza di questa casa comune sta infatti generando ferite profonde: crisi ecologiche, povertà, ingiustizie sociali e rischi concreti per la stessa sopravvivenza dell’umanità.
Con quella Enciclica, Francesco ha unito la voce cattolica a quella di altri cristiani di diverse confessioni, tutti mossi dallo stesso richiamo dello Spirito: prendersi cura della creazione.
In questo decennio sono nate in tutto il mondo esperienze bellissime, diverse tra loro ma accomunate da una stessa vocazione: la custodia del creato, che – come ricorda Papa Leone – è la prima missione affidata all’essere umano.
Mi è piaciuto tanto il progetto del Borgo Laudato Sì, perchè mette insieme tutti gli aspetti chiave della missione di custodia dell'essere umano. Non si concentra infatti, solo sulla parte naturalistica, ecologica, spirituale, della povertà o della giustizia sociale, ma cerca di integrarle, usando l'educazione, la formazione e la catechesi come strumenti. Questo significa trasferire ad altri, in tutto il mondo, la consapevolezza della grande missione a cui il Creatore ha chiamto l'umanità fin dall'inizio dei tempi.Come ogni modello il Borgo vuole essere ispirazione.
Sarebbe bello che questo evento di inaugurazione ispirasse anche le nostre comunità locali: parrocchie, scuole, centri giovanili, associazioni, realtà caritative.
Il papa, nel discorso di Inaugurazione a cui faccio riferimento sopra, ha invitato innanzitutto all'osservazione e alla contemplazione per comprendere "il disegno originale del Creatore" e anche per prendere consapevolezza della responsabilità associata al privilegio di essere la creatura nelle cui mani il Creatore ha messo il mondo.
Il nostro posto nel creato e la nostra vocazione, quindi, ci saranno sempre più chiari in seguito alle azioni di osservare e contemplare il creato e le creature. Questa è una cosa che possiamo fare tutti!
E' importante leggere il creato e le creature, perchè come dice il Salmo 19, essi "narrano la gloria di Dio" e come dice Gesù nel Vangelo di Matteo 6, 26,28, ci fanno comprendere il nostro posto e il nostro ruolo nella creazione.
Inoltre, Leone ha fatto riferimento ad un'espressione che Francesco aveva utilizzato nell'enciclica Laudato Sì: essere "custodi dell'opera di Dio" (Laudato Sì 217).
Sarebbe interessante ispirarci al modello del Borgo Laudato Sì che educa, forma ed evangelizza a questa vocazione, trovando forme di incarnazione di essa nella specificità di caiscun territorio e realtà locale.
Il papa conclude la riflessione con una frase: "E tutto questo non può non parlarci di Dio" (Riflessione di inaugurazione del Borgo Laudato Sì). Mentre sto scrivendo il papa Leone sta ufficialmente elevando a testimoni della vita cristiana, questo sono i santi, un adolescente Carlo Acutis ed un giovane Piergiorgio Frassati. Tra le altre cose, la loro espressione di santità è una perfetta armonia con il creato e le creature. Ho visto immagini e video che li ritraggono immersi nella natura e con gli animali. Un segno che ciascun santo ha espresso nella sua testimonianza anche la vocazione di essere custode dell'opera di Dio. Non ci resta che lasciarci ispirare dalla contempllazione di tutta questa bellezza.
Maranathà, vieni Signore!
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