Questa pietra sarà la casa di Dio

Durante il nostro ritiro a Solofra, ero rimasta molto colpita dalla preferenza di Dio per la roccia, la pietra, le grotta: nella Parola di Dio troviamo tantissimi esempi concreti di questo, dalla Genesi all’Apocalisse.
Da noi in Campania, sono numerosissimi i luoghi presso grotte e rocce in cui ci sono state manifestazioni del Signore, di sua Madre e dei suoi Angeli. Avevamo già deciso di visitarne alcuni per poter sperimentare la grazia dell’acqua viva che sgorga dalla roccia di questi luoghi santi e per poter lasciare entrare il Signore nella profondità del nostro essere più nascosto.

La roccia è fortemente evocativa del profondo di noi stessi, è richiamo degli eventi chiave della vita di ciascuno come la nascita e la morte e tutti gli eventi ad essi connessi. Dinanzi ad una roccia, ad una grotta avvertiamo la nostra piccolezza. Ritorniamo bambini e ci si apre davanti la scala piena di angeli che ci fa incontrare Dio come è successo a Giacobbe.
Avevamo sentito, nella preghiera, che le persone coinvolte nella preghiera di guarigione, la fraternità, gli animatori della preghiera di guarigione, avrebbero avuto molto giovamento nel fare esperienza della potenza del Signore in luoghi così potentemente evocativi della potenza di Gesù che è la Roccia.
Diversi posti ci sono venuti in mente, ma abbiamo scelto di cominciare da Scala, un piccolo paese sulla costa di Amalfi dove San’Alfonso Maria de Liguori ha avuto l’apparizione di Maria che gli ha dato consigli per il difficile compito della nascita dei missionari redentoristi. Lì mi piacerebbe che si concludessero i venerdì di guarigione nel prossimo anno. Ero stata a Scala con Padre Raffaele e mi aveva mostrato l’immagine del Crocifisso che danza, ma non conoscevo il resto.
Abbiamo ritrovato un paesino che deve molto, quasi tutto, a Sant’Alfonso e al suo carisma. Sono presenti i missionari redentoristi e le monache redentoriste. In parrocchia, abbiamo conosciuto il parroco e il viceparroco che hanno condiviso con noi la grande ricchezza che Alfonso ha lasciato alla chiesa e, soprattutto abbiamo ricordato l’antico Rosario in dialetto che, ancora, ad Ercolano si canta, mentre purtroppo a Scala si è dimenticato, perché nessuno lo recita più.
Ho poco sopra scritto del Crocifisso che danza, ed è stato spettacolare vedere come quell’immagine anche in chi non la conosce evochi la danza. Non appena ci siamo seduti nella cripta della chiesa per pregare Silvana e Ciro, che non avevano mai visto quelle statue, hanno detto: “L’anno prossimo dobbiamo venire qui per danzare con Gesù perché su questa croce Gesù danza”. Ed è proprio così: il Crocifisso non è inchiodato ma sembra un innamorato pieno di Passione che si appresta a rappresentare il mayim, un passo molto comune nella danza ebraica. Mayim significa acqua ed indica la gioia del popolo che ha trovato l’acqua che sgorga dalla roccia. E sulla croce si realizza proprio questa profezia: dal Cuore di Gesù, la Roccia sgorgano il Sangue e l’Acqua della nostra salvezza.
A proposito di popolo ebraico, gli ebrei a Pasqua cantano dayenhu, ci sarebbe bastato e, anche per noi, sarebbe stato lo stesso, ma le meraviglie e i doni che sant’Alfonso ha lasciato a Scala per noi non sono finiti…
Ci avevano consigliato di visitare la grotta dove è avvenuta l’apparizione di Maria a Sant’Alfonso…
E a quel punto non credevamo di ai nostri occhi…
Dopo due rampe di scale, tra le rocce c’era una cappella che ci ha lasciati senza fiato. Al suo interno non c’era niente, solo un altare e una roccia che forma una grotta naturale, ma siamo stati tutti concordi che era lì che Gesù ci voleva…
Era commovente la sacralità che riesce a trasmettere quella grotta! Sembra che Maria e Gesù siano lì ancora presenti. Abbiamo pregato la coroncina alla Divina Misericordia e abbiamo chiesto al Signore un passo per avere forza dalla sua Parola viva. Sul muro di lato abbiamo poi trovato le testimonianze di tutti i santi che hanno visitato quel luogo: c’era anche tra gli altri il nostro amato Padre Kolbe!
Avevamo il cuore davvero pieno di gioia e di ispirazioni sante che abbiamo messo nelle mani di Maria. Era il 9 agosto, nel cuore della novena dell’Assunta!
Due giorni dopo, siamo stati a Benevento, al centro La Pace.

Lì abbiamo trovato, in una cornice molto suggestiva, una grotticina chiamata la grotta della natività. Abbiamo pregato per la pastorale per la vita, per tutto il ministero di guarigione per le ferite dell’aborto e della sessualità, per il progetto Ain Karim sull’accoglienza della vita, per l’operazione Giovanni Battista che accompagna nella preghiera un bambino dal concepimento al Battesimo .
Sarebbe davvero bello trovare altri luoghi nei quali poter andare per pregare e magari fare in questi posti dei ritiri di guarigione!
Un appello: fateci sapere se conoscete altri luoghi di questo tipo in cui possiamo attingere la guarigione e la grazia di Dio. Non lasciamo che la santità dei nostri luoghi vada sprecata!!!

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