La luce splende nelle tenebre:l'esperienza del ministero di guarigione al Santuario di Santa Lucia





Lunedì 7 settembre il gruppo coinvolto nella preghiera di intercessione per la guarigione e la liberazione ha fatto la sua prima esperienza di ritiro per entrare nelle profondità del proprio cuore. Crediamo, infatti, che non è possibile svolgere questo servizio nella chiesa se non si è abituati ad entrare in contatto con l’oscurità del nostro essere e a lasciarsi guarire da Gesù e dall’amore della comunità.
Abbiamo scelto un posto che fosse particolarmente evocativo per vivere l’ingresso della dimensione profonda del nostro essere, il Santuario di Santa Lucia a Sassinoro estrema provincia di Benevento ai confini con Campobasso. All’interno del Santuario c’è una grotta naturale, nella quale, fin dalla sua scoperta da parte di alcuni pastori, nel 1600, i pellegrini passano per un percorso penitenziale e per il rinnovo delle promesse battesimali.
La grotta è stretta, umida e oscura. Durante il percorso di attraversamento, ci si sente presi dalle più diverse reazioni. Le nostre fragilità emergono prepotentemente, così come la necessità di assumere una posizione di abbandono fisico, emotivo e spirituale, perché la grotta si stringe prima di riaprirsi nell’uscita e, quindi, diventa necessario abbassarsi, sedersi, rimpicciolirsi, a seconda delle dimensioni del nostro corpo e del nostro cuore.


Ci siamo preparati al momento di preghiera nella grotta con la celebrazione della Messa. La Parola di Dio nella liturgia del giorno ci diceva attraverso S. Paolo: “Completo, quello che, nella mia carne manca dei patimenti di Cristo”(Col1,24). Questa Parola ci ha fatto sentire che il nostro passaggio della grotta sarebbe stato un passaggio di Gesù con noi(Egli è l’Emmanuele!), in quel particolare momento esperienziale, ma anche in tutti gli attraversamenti delle simboliche grotte della nostra vita, dall’utero materno al sepolcro nel quale Gesù entrerà per darci la vita in Lui e poi la resurrezione.
La tradizione prevede che per tre volte si attraversi la grotta. Noi, dopo un breve momento introduttivo all’esperienza, abbiamo pregato il credo per rinnovare la fede del battesimo e poi durante la recita del rosario, ogni animatore singolarmente ha attraversato la grotta per tre volte. All’uscita della grotta, la statua di S. Michele e di S. Lucia accolgono la persona che ogni volta sente una diversa sensazione di rinascita nel suo cuore. Alcuni operatori della parrocchia a cui appartiene il Santuario ci hanno spiegato che la grotta è stata scoperta proprio così. I pastori vedevano al dì la del passaggio dell’antro una luce fortissima e hanno voluto vedere cosa fosse.
Per il nostro ministero, l’arcangelo Michele e Lucia, sono stati un esempio. Abbiamo capito che, gli animatori del ministero di guarigione e di liberazione devono aspettare che le persone attraversino la grotta del proprio peccato e devono attenderli all’uscita proprio come l’ostetrica aspetta un bambino prima della nascita.
Così, a turno, due fratelli aspettavano colui o colei che usciva dalla grotta.
Negli anni di esercizio di questo ministero abbiamo imparato che è indispensabile mettersi nelle mani del Signore per essere guariti, ma è altrettanto importante esercitare la volontà per vincere le abitudini sbagliate che diventano le porte di ingresso del male e del peccato in noi. Ci siamo, per questo motivo, fermati davanti alla statua dell’arcangelo Michele e abbiamo confermato le rinunce del nostro battesimo a satana, alle sue opere e alle sue seduzioni, perché la sua forza potesse aiutarci nel quotidiano combattimento spirituale della volontà contro il male e il mondo.
Il momento della condivisione ha confermato in noi il fatto che avevamo bisogno di continuare a meditare l’esperienza che stavamo facendo, perché lo Spirito Santo ci avrebbe suggerito tante altre cose.
Un dono del nostro ritiro a Sassinoro io l’ho visto già il giorno dopo. La maggior parte di noi era a Messa in parrocchia per la Natività di Maria. Ci siamo salutati in maniera completamente diversa rispetto alle altre volte, era tangibile la confidenza e il calore.
Io credo che questa sia stata una prima guarigione che il Signore ha operato in noi come gruppo, perché, in ogni momento di formazione e di riunione, ci dicevamo che il nostro gruppo era visibilmente diviso in tre parti e, pur essendone consapevoli, non riuscivamo a fare niente perché la situazione cambiasse. Gesù, invece, è venuto nella parte oscura del nostro gruppo con il suo Santo Spirito e ha portato unità, ci siamo sentiti veramente un gruppo.

Ancora una volta e per sempre
Grazie Gesù!
Grazie Spirito Santo!
Grazie Padre!

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