26 dicembre: “Perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio”


Per intendere quanto sia stato grande l'amore divino verso gli uomini nel mistero di Dio che si fa uomo e bambino piccolo per nostro amore, bisognerebbe comprendere l’immensità della grandezza di Dio. Ma qual mente umana o angelica può comprendere la grandezza di Dio dal momento che è infinita? Dice S. Ambrogio, che dire che Dio è più grande de' cieli, di tutti i re, di tutti i santi, di tutti gli angeli, è un fare ingiuria a Dio, come sarebbe ingiuria ad un principe dire ch'egli è più grande di un filo d'erba o d'un moscerino. Dio è la grandezza medesima, ed ogni grandezza non è che una minima particella della grandezza di Dio.

Or questo Dio così grande, s'è fatto bambino piccolo; e per chi? Un bambino è nato per noi. E perché? risponde S. Ambrogio, s'è fatto piccolo, per fare noi grandi: ha voluto esser legato tra le fasce, per liberare noi dalle catene della morte: è disceso in terra, affinchè noi possiamo salire in cielo. Ecco dunque l'Immenso fatto bambino! Quello che non capiscono i cieli, eccolo ristretto tra poveri pannolini e posto in una piccola e umile mangiatoia d'animali, sopra poca paglia che gli serve da letto e da cuscino. Dice S. Bernardo, guarda un Dio che tutto può, chiuso fra fasce, al punto tale che non può moversi! Un Dio che tutto sa, fatto muto, che non parla! Un Dio che regge il cielo e la terra, che ha bisogno d'esser portato in braccio! Un Dio che pasce di cibi tutti gli uomini e gli animali, ha bisogno d'un poco di latte per sostentarsi! Un Dio che consola gli afflitti ed è il gaudio del paradiso, che vagisce, che piange, che cerca chi lo consoli!

Amate dunque, amate, o anime, esclama S. Bernardo, amate pure questo bambino ch'è troppo amabile . Sì, questo Dio, dice il santo, era già prima in eterno, com'è anche al presente, degno d'ogni lode e rispetto per la sua grandezza, come aveva cantato Davide. Ma ora che lo vediamo neonato, bisognoso di latte e che non può muoversi, che trema di freddo, che vagisce, che piange, che cerca chi lo prenda, chi lo riscaldi, chi lo consoli: ah ora egli si è fatto troppo amabile a' nostri cuori! Dobbiamo adorarlo come Dio, ma accanto al rispetto deve regnare in noi l'amore verso un Dio così amabile e così amante. Ci avverte S. Bonaventura, se vogliamo compiacere questo neonato, cioè il Santo, bisogna che diventiamo bambini anche noi, semplici ed umili; portiamogli fiori di virtù, di mansuetudine, di mortificazione, di carità; stringiamolo tra le nostre braccia con l'amore. E cos’altro aspetti di vedere- soggiunge S. Bernardo - o uomo, per darti tutto al tuo Dio? Vedi con quanta fatica, con quale ardente amore è venuto dal cielo il tuo Gesù a cercarti! Senti, prosegue, com'egli appena nato come un bambino ti chiama con i suoi vagiti , come se dicesse: Anima mia, cerco te; per te e per acquistarmi il tuo amore son venuto dal cielo in terra.

A questo punto voglio stringere al mio cuore il mio Bambinello e sentire quanto è grande, immenso questo neonato che per me, per salvarmi si è fatto uomo. Ascolto con il cuore il canto di Sant’Alfonso “Quann nascette ninno”

Chi mai ha timore di accostarsi ad un bambino? I bambini non ispirano spavento e sdegno, ma dolcezza ed amore, dice S. Pier Grisologo. Sembra che I bambini non sappiano arrabbiarsi; e se mai qualche volta si adirano, è facile placarli; basta donare loro un frutto, un fiore, basta far loro una carezza, dir loro una parola d'affetto, che subito perdonano e si dimenticano di ogni offesa loro fatta. Basta una lagrima di dolore, basta un pentimento di cuore per placare Gesù bambino dice S. Tommaso da Villanova. Egli ha deposta la sua maestà divina, e si mostra come bambino per darci la forza di accostarci ai suoi piedi. Dice S. Bonaventura, Egli per liberarci dalla diffidenza che potrebbe causarci il pensiero della sua potenza e della sua giustizia, ci si presenta da bambino, tutto pieno di dolcezza e di misericordia.

Preghiamo con Sant’Alfonso

Offriamo a Dio questo bambino che è suo Figlio, e diciamogli con confidenza (tenendo alzato il nostro Bambinello come per offrirlo al Cielo preghiamo):

Signore, se noi non possiamo soddisfarti per le offese che ti abbiamo fatto, ecco che questo bambino che vagisce, che piange, che trema di freddo sulla paglia in questa grotta, ti sta soddisfacendo per noi, e ti chiede pietà. Se non meritiamo noi perdono, lo meritano i patimenti e le lacrime di questo tuo Figlio innocente, che ti prega di perdonarci.

O Maria, o gran Madre del Verbo Incarnato, non mi abbandonare neppure tu che sei la madre della perseveranza e la dispensatrice delle divine grazie. Aiutami e aiutami sempre; col tuo aiuto, o speranza mia,confido di esser fedele a Dio sino alla morte. Amen

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