"Eccolo, viene..."




L'amata del Cantico esprime, in maniera intensissima, con queste due sole parole, tutta la sua attesa e il suo desiderio per lo sposo. Il popolo di Israele nella festa di Rosh hashanah vive e celebra l'attesa, vive e celebra un nuovo inizio, vive e celebra la liberazione dal peccato.
Il nuovo inizio, la liberazione e l'attesa della venuta ci sono sembrati la maniera migliore per celebrare con la comunità parrocchiale l'Avvento come tempo di preparazione del Cuore alla venuta del Signore.
Viviamo questo tempo di preparazione in due momenti: un primo tempo per farci abbracciare dalla misericordia del Signore che viene (Chi è come il signore nostro Dio che siede nell'alto e si china...solleva l'indigente dalla polvere); un secondo tempo per fare festa per Colui che libererà il suo popolo dai suoi peccati.
Ieri, 30 novembre, secondo giorno di Avvento ci siamo riuniti per la prima parte della celebrazione.
Al centro della chiesa abbiamo voluto mettere Gesù sulla croce, l'Agnello Immolato. Abbiamo messo la Croce in alto per indicare che l'Agnello Immolato sulla croce è il re dell'universo davanti al quale tutti i popoli dovranno comparire per essere giudicati. La navata centrale della chiesa era illuminata da due fari rossi e blu che riflettendo sul pavimento di marmo davano l'idea di un mare che da Gesù, dal Suo Cuore aperto si spandeva verso il suo popolo. E una nube di incenso ci ha aiutato a sognare il giorno della vittoria in cui vedremo l'Agnello che viene sulle nubi e rapirà la sua sposa sulle nuvole.
In quest'atmosfera molto suggestiva abbiamo pregato per avere misericordia per noi e per tutto il mondo. Abbiamo voluto che anche il nostro corpo esprimesse la prostrazione di chi vive immerso nel peccato: eravamo inginocchiati a terra o prostrati e ci siamo alzati solo all'ultimo suono dello shofar. Proprio come al suono dell'ultima tromba i morti si rialzeranno.
Il suono dello shofar ha accompagnato e accompagnerà nella sua fase successiva questo cammino di preparazione del Cuore. La Parola di Dio dà al suono di questo srumento che traduce tromba diversi significati: indica la voce di Dio che chiama, invita alla lotta, invita al risveglio e scaccia il male. E' un suono potente che fa vibrare davvero il cuore...poi, devo aggiungere che il nostro padre Raffaele ha imparato a suonarlo davvero bene, senza che nessuno gli dicesse come fare!
Come avverrà nell'ultimo giorno, ognuno di noi è passato davanti al trono del Signore pronunciando la frase del figlio prodigo: "Padre ho peccato contro il cielo e contro di te" e ha ricevuto una preghiera di benedizione e di effusione dello Spirito Santo.
Abbiamo concluso questo primo tempo di preghiera con due impegni:
  1. Metterci ogni giorno davanti alla Misericordia di Dio che lo ha spinto ad incarnarsi e a condividere la nostra umanità dal concepimento alla morte.
  2. Avvicinarsi alla Confessione Sacramentale per preparare il nostro cuore alla visita di Gesù per questo Natale e alla sua venuta nella gloria.
Ci siamo dati appuntamento il 14 dicembre per il
momento di festa per il Re del cielo e della Terra che si fa neonato...
E vi diamo appuntamento per quella data anche su questo blog per saperne di più!




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