...sognando il banchetto dell'Agnello...

Il secondo tempo di preghiera di Avvento ci ha fatto concentrare la nostra attenzione sulla gioia. Già il giorno precedente eravamo entrati nel clima di gioia, anzi lo avevamo fatto ancora prima, nel giorno di sabato, in occasione della Festa di Nostra Signore di Guadalupe che è coincisa col rientro a casa di Davide, il bambino di Silvana e Ciro. Tra l'altro Davide è nato nel giorno di San Juan Diego...

Il primo motivo di gioia è che il Signore ha gettato i nostri peccati in fondo al mare e non li ricorderà più. Con la proclamazione di questa splendida profezia di Michea è cominciato in chiesa il nostro momento di preghiera. Ciascuno di noi ha gettato nell'acqua i suoi peccati confidando nella misericordia di Gesù...
Questo momento, che gli ebrei chiamano tashlik, è stato vissuto attraverso una danza profetica sulle parole del bellissimo canto "I giorni di Elia" che ci sta accompagnando per tutto questo tempo di Avvento.

Il secondo motivo di gioia è l'attesa e il desiderio ardente della sposa che grida allo sposo, Gesù: "Vieni!".
Abbiamo acceso le luci della festa, secondo il rito ebraico di Rosh hashanah e abbiamo benedetto il pane e il vino. In questa festa il pane ha una forma particolare, è una corona che sta ad indicare la regalità del Signore. Al ritmo del canto "Sposa amata" abbiamo incoronato il Signore, immaginando il momento dell'incontro tra Gesù e la sua Sposa. Ho avuto la fortuna di essere io a poggiare la challà a forma di corona sulla croce ed è stato un momento davvero commovente per me. Solitamente la danza è un momento che mi prende particolarmente, ma danzare sulle parole del Cantico mi ha fatto sentire in paradiso. Non posso spiegare cosa il mio cuore ha vissuto, ma quella danza ha operato in me, nella mia percezione della speranza e dell'attesa.
La challà che per noi è immagine del pane che diventa gloria, è stata poi distribuita ai presenti e immersa nel miele, come anche le mele. Per me questa immagine, che per Israele è segno di dolcezza per l'anno nuovo, ha significato l'unione dello Sposo e della Sposa in una creazione nuova. Il miele, infatti, nel Cantico sta sotto la lingua della Sposa e le mele sono un frutto della terra che da questo amore viene rinnovato. Tutta la creazione geme e soffre in attesa...dell'immersione nel miele dell'amore di Gesù e della sua Sposa nella nuova creazione!

Il terzo ed ultimo motivo di gioia è il libro della Vita. Solo Gesù è degno di aprire quel libro! E noi ci siamo augurati che, quel giorno terribile e splendido, Lui possa pronunciare il nostro nome per godere dell'amore della Gerusalemme nuova.

Un'altra cosa...
Quando ho cominciato a collaborare a Ponticelli mi ha colpito molto il fatto che la parrocchia mancasse di un luogo caldo e accogliente. Tutti i miei sforzi (la fraternità è nata per questo) sono rivolti a far sì che la luce e il calore che Dio ha acceso venendo ad abitare in mezzo a noi si "sentano, vedano, tocchino". All'inizio, mi sono sentita molto sola in questo, perchè l'idea comune è svolgere un servizio e poi tornarsene a casa.
Oggi, vedendo lo sforzo di molti per rendere bella e calda questa celebrazione, ho la gioia di condividere questo sforzo con chi vuole fare della casa di Dio una luce che risplende davanti agli uomini, una casa per tutti.

Commenti