illuminati ed attirati dal potere di liberazione della croce




Siamo arrivati alla terza tappa del nostro percorso quaresimale che ci vede impegnati ad approfondire ed incarnare nelle nostre vite il messaggio che Maria è venuta a darci a Ponticelli attraverso Mirjana di Medjugorje. Ancora una volta, per praticità di lettura, voglio riportare l'intero testo del messaggio:"Cari figli, con amore materno oggi vi invito ad essere un faro per tutte le anime che vagano nella tenebra della non conoscenza dell’amore di Dio. Per poter illuminare più fortemente possibile ed attirare quante più anime possibili, non permettete che le falsità che escono dalle vostre bocche facciano tacere la vostra coscienza. Siate perfetti! Io vi guido con mano materna, con mano d’amore. Vi ringrazio. "
Ci siamo soffermati per la meditazione sulla seconda frase del messaggio, anche se ci siamo ripromessi di tornare nel prossimo incontrò sulle falsità che fanno tacere le nostre coscienze.
Nella mia meditazione personale del messaggio ero stata letteralmente rapita dal termine "attirare".Nella precedente edizione della Bibbia di Gerusalemme questo termine appariva in diversi versetti. La nuova traduzione usa il termine "attirare" solo nel Vangelo di Giovanni, nel punto in cui al capitolo 12 verso 32 il Signore dice: "quando sarò elevato da terra attirerò tutti a me".
Avevo sentito forte nel mio cuore che, per questo incontro, la Croce avrebbe dovuto attirare le nostre anime per poterci istruire nello Spirito Santo sul significato profetico di questo messaggio.
Abbiamo voluto stare davanti a Lui, perchè attirandoci ci facesse capire cosa vuole da noi...
Eravamo come quei lebbrosi nel deserto davanti al serpente di bronzo: senza avere avuto il tempo di parlare tra noi e di dircelo, ci siamo resi conto che eravamo arrivati davanti alla croce pieni delle nostre ferite e delle nostre tenebre. Era come se Gesù ci stesse mostrando praticamente e contemporaneamente il male e la cura...
Ascoltando infatti le condivisioni dei fratelli ho ricevuto conferma di questa esperienza e cerco di spiegarmi meglio, anche se sono convinta che un'esperienza spirituale si vive, raccontarla serve solo ad incuriosire per cercare il Signore e, di conseguenza, fare esperienza.
Per diversi motivi e situazioni, eravamo nel buio e lo stavamo sperimentando intensamente. Nel momento in cui ciascuno di noi si è inginocchiato ai piedi della croce, ha sperimentato che Gesù, in maniera speciale e intensa, si stava prendendo cura delle sue ferite. Il potere di liberazione dello Spirito Santo ci liberava, ci guariva, ci illuminava, ci dava forza e ci ristorava...
Il tappeto su cui ci siamo inginocchiati è diventato lo spazio sacro, uno spazio di elezione, in cui Gesù con il potere della Croce compiva meraviglie.
Siamo usciti dalla cappella nuovi, leggeri con una nuova comprensione nel cuore: una grossa falsità è che noi dobbiamo usare strategie per poter illuminare e attirare. Invece, abbiamo compreso che l'unico nostro compito è dire ai nostri fratelli, come hanno fatto gli apostoli, abbiamo trovato il Messia, vieni a vedere!

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