13 dicembre:i miracoli non sono altro che segni del Suo amore

In questo post, Padre Emiliano ci spiega che le guarigioni sono il segno che Dio ci ama, che è vivo e che è con noi.

Nel quarto vangelo troviamo che Giovanni non parla di miracoli o di guarigioni ma di segni.

Un segno ci porta sempre a un significato. Come il fumo dimostra l'esistenza del fuoco, così un miracolo o una guarigione ci dice (ci significa) che Dio è lì che agisce e salva. Sono segni sensibili dell'azione invisibile di Dio. Le guarigioni sono dei « semafori » (semeion-fero) che ci indicano:

1. Che Gesù è vivo anche oggi e ha il medesimo potere che aveva in Samaria e in Galilea per guarire i malati.

2. Che Dio ci ama e vuole la salvezza totale dell'uomo, del suo corpo e della sua anima.

3. Che Gesù è il Messia. Quando i discepoli di Giovanni Battista andarono a domandare a Gesù se era lui il Messia, lui non rispose ma cominciò a guarire i malati.

Molte volte non si ammettono miracoli e guarigioni perché implicano anche l'accettazione di Gesù e delle sue richieste; in quanto accettare i segni implica riconoscerne i significati; per questo si negano.

Dopo un ritiro tornai a casa, raccontando le meraviglie del Signore. Un sacerdote francese mi ascoltava attentamente, ma era scettico. Gli raccontai come, durante la messa di guarigione, il Signore avesse reso la parola alla sposa dell'animatore del gruppo di preghiera. E quella stessa sera essa aveva dato la sua testimonianza davanti alla folla, mentre da quattro anni e mezzo non poteva pronunciare nessuna parola. Ma il sacerdote, molto sicuro di sé, mi disse:

« Ma io non vedo nessun miracolo; anzi tu distruggi il miracolo ».

« Come, cosa dici? » domandai.

E lui rispose:

« II miracolo non sta nel fatto che quella parlasse; ma piuttosto nel fatto che una donna possa essere stata quattro anni e mezzo senza parlare... ».

La guarigione non ha un fine apologetico per provare la verità di una dottrina. È Dio che salva. Gesù non guarisce per provare che è Dio, ma perché è Dio.

Ogni segno serve a manifestare qualcosa. Questa è la finalità delle guarigioni che il Signore compie: in questo tempo di efficientismo e di pragmatismo, ci viene a ricordare che il nostro Dio è presente in mezzo a noi ed è capace di compiere meraviglie. Dimostrano il potere di Dio affinchè noi ci abbandoniamo completamente a lui in tutte le circostanze della vita umana.

Che i miracoli siano dei segni lo dimostra la seguente testimonianza. Un pomeriggio feci visita ad uno della polizia, il capitano Munoz. Agonizzava nel suo letto. Da cinquanta giorni non mangiava più; ma beveva dell'alcol ogni tre ore. Pregammo per lui e il Signore lo liberò in modo straordinario dalla sua inclinazione per l'alcol.

Smise subito di bere e non ebbe neppure bisogno di passare in un ospedale per disintossicarsi.

Io mi ricordai di quella parola della Sapienza:

« Non guarì né un 'erba né un emolliente, ma la tua parola, o Signore, la quale tutto risana » (Sap 16,12).

Il giorno seguente sostituì la bottiglia di rum con la Bibbia e la leggeva piangendo e dicendo: « Come è buono il Signore ». Tuttavia questo mi creò molti problemi perché il giorno dopo, fuori della chiesa c'erano grida e litigi. Le donne, che avevano mariti deboli al vino, facevano la fila e cercavano di tenere a bada i loro uomini, perché noi pregassimo per loro. Sembrava curioso vedere più ubriaconi in chiesa che non nelle cantine e nei bar.

Il Signore volle liberare il poliziotto in quel modo eccezionale per risvegliare la fede nel suo Nome; ma non avveniva così in tutti i casi. I malati, confidando in Gesù, dovevano fare anche la loro parte. Come non tutti i poliziotti sono ubriaconi al pari del capitano Munoz, così non tutti gli ubriaconi ricevono la salute alla stessa maniera. Quello che è importante è che attraverso un caso come questo cresca la fede nel potere salvifico di Dio che può cambiare la nostra vita come a lui piace.

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