Ricostruite la mia casa...

Giovedì abbiamo vissuto il nostro momento di conclusione del consiglio pastorale parrocchiale con la festa delle capanne.
Gli ebrei celebrano quest'anno la festa il 12 ottobre a conclusione del ciclo delle feste autunnali. Noi, invece, abbiamo deciso di vivere questa festa all'inizio di ogni anni pastorale quando ciascuno di noi viene coinvolto nel processo di ricostruzione della casa del Signore.
Se provate a fare un giro virtuale sul sito della nostra parrocchia, troverete le foto e i video di ciascun momento e potrete entrare con noi nella bellezza di questa festa.
Mi volevo soffermare con voi sulla parola che la liturgia ci ha proposto giovedì per fare qualche considerazione sulla nostra spiritualità.
Dal libro del profeta Aggèo

L’anno secondo del re Dario, il primo giorno del sesto mese, questa parola del Signore fu rivolta per mezzo del profeta Aggeo a Zorobabele, figlio di Sealtièl, governatore della Giudea, e a Giosuè, figlio di Iosadàk, sommo sacerdote.
«Così parla il Signore degli eserciti: Questo popolo dice: “Non è ancora venuto il tempo di ricostruire la casa del Signore!”».
Allora fu rivolta per mezzo del profeta Aggeo questa parola del Signore: «Vi sembra questo il tempo di abitare tranquilli nelle vostre case ben coperte, mentre questa casa è ancora in rovina? Ora, così dice il Signore degli eserciti: Riflettete bene sul vostro comportamento! Avete seminato molto, ma avete raccolto poco; avete mangiato, ma non da togliervi la fame; avete bevuto, ma non fino a inebriarvi; vi siete vestiti, ma non vi siete riscaldati; l’operaio ha avuto il salario, ma per metterlo in un sacchetto forato. Così dice il Signore degli eserciti: Riflettete bene sul vostro comportamento! Salite sul monte, portate legname, ricostruite la mia casa. In essa mi compiacerò e manifesterò la mia gloria, dice il Signore».



In quest'anno, in cui stiamo meditando sul libro della "Lettera agli Ebrei", quando abbiamo costruito la tenda, l'abbiamo decorata e abbiamo pregato e danzato al suo interno, mi venivano in mente le parole: "Gesù, ministro del santuario e della vera tenda che il Signore, e non un uomo, ha costruito". 
Mi venivano in mente tutte le rivelazioni sulla tenda e sul tempio che sono nella Parola di Dio e pensavo a come questi comandi ci aiutino a fare comunione con il cielo. 
Il Padre oggi ci dice che quello che il nostro sposo sta facendo nel cielo, noi lo dobbiamo fare sulla terra...
Non so a voi, ma a me la nostra tenda sembrava bellissima e mi faceva pensare alla bellezza di quella tenda e di quel santuario che, per la misericordia del Padre e il sangue di Gesù, io vedrò in cielo. Pensavo agli angeli e a tutti gli abitanti della nuova Gerusalemme e a quel fermento che c'è sempre quando la sposa entra nella tenda...
Quella tenda che vedremo sarà Dio e il suo mondo. E proveremo la grande gioia di entrare in Lui e nel suo mondo che dall'eternità ha preparato per noi...
Io la immagino come una grande danza, proprio come questa che abbiamo pregato noi, in cui abbiamo potuto sognare di entrare nella tenda e di rimanerci per l'eternità 

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