Ecco io faccio nuove tutte le cose...

La frase che fa da titolo a questo post è del Libro dell'Apocalisse (2,15). Io la sento molto presente in questi giorni del periodo che segue la Pasqua di Gesù. Per chi crede in lui, per le cose che vengono affidate a lui non c'è morte, ma rinnovamento nel fuoco dello Spirito Santo.
Facendo attenzione agli splendidi passi, che la sapienza della chiesa ha selezionato per noi in questo periodo di rigenerazione, leggiamo che tante cose antiche che erano di Dio e che la piccolezza dell'uomo aveva danneggiato, sono state rinnovate potentemente dalla resurrezione di Gesù.
Tra queste c'è il sacerdozio...
Vi voglio condividere alcune cose che riguardano la realtà del sacerdozio così come io la vedo, ma per una corretta visione teologica vi chiedo di approfondire la splendida descrizione del sacerdozio e dell'ordine sacro che viene fatta dal Catechismo della Chiesa Cattolica.
Innanzitutto, io osservo che, nel popolo di Dio, si oscilla tra due estremi: il sacerdote con superpoteri e il sacerdote oscuro. In nessuna di queste due immagini c'è Dio. Vi spiego perchè: il sacerdote con superpoteri avrebbe dei poteri speciali legati alle sue doti, quindi egli non ci avvicina a Dio; il sacerdote oscuro, invece, è una persona di cui non fidarsi mai perchè potrebbe nascondere sempre qualche ombra legata al male...anche qui Dio non c'è, perchè c'è sospetto, diffidenza, calunnia, divisione...tutte cose da cui Dio rifugge!
Questi atteggiamenti realizzano un comportamento profondamente dannoso che provoca molti dei danni al sacerdozio ordinato nella nostra società e nella nostra chiesa del terzo millennio. Mi riferisco all'isolamento comunitario dei sacerdoti. 
I presbiteri sono della comunità: essi nella comunità sono le mani alzate per chiedere misericordia attraverso l'Eucarestia, il ministero di riconciliazione e quello della guarigione dal male. Questo è il loro compito, ma essi sono parte del nostro corpo mistico che è la chiesa!!! Paolo lo dice con tutta la grazia dello Spirito Santo agli Efesini (4,11-16): È lui che ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e maestri, per rendere preparare i fratelli a compiere il ministero, al fine di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all'uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo. Così non saremo più  fanciulli in balia delle onde, trasportati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, ingannati dagli uomini, con quella astuzia che trascina all'errore. Al contrario, agendo secondo verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa tendendo a lui, che è il capo, Cristo. Da lui tutto il corpo, ben compaginato e connesso, con  la collaborazione di ogni giuntura, secondo l'energia propria di ogni membro, riceve forza per crescere in modo da edificare se stesso nella carità.
Ieri, nella nostra diocesi di Napoli sono stati ordinati 6 sacerdoti. Tra loro c'era un ragazzo della mia parrocchia di origine, un altro della mia parrocchia di adozione...(i regali di Dio nell'anno di approfondimento di Yom kippur...)
Mi ha colpito tanto una scena: all'uscita della cattedrale le persone hanno preso quei ragazzi e li facevano saltare in aria. Era impressionante, perchè erano tutti così euforici che quei ragazzi, non proprio leggerissimi, venivano spinti al cielo in alto e poi riafferrati. Potevano farsi male...
Io penso che questa complementarietà di cui parla la chiesa nel sacerdozio sia proprio questa: queste persone Dio le mette nelle nostre mani e mette noi nelle loro...possiamo volare alto e possiamo farci male...tutto dipende dall'amore che tiene alzate le nostre e le loro mani...


A questo punto non mi resta che dire, buon sacerdozio a tutti...

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