abbiamo sperimentato un canto nuovo: maria ci insegna a santificare il sabato

Quando abbiamo cominciato il nostro cammino di particolare consacrazione al Signore per gli ultimi tempi, come ho già scritto altre volte, mi ha sempre accompagnato una la frase del salmo 149: "Cantate al Signore un canto nuovo...". Questa frase, che ho ricevuto il giorno del mio Battesimo nello Spirito Santo, mi spinge ad affrontare con più forza la scomodità della novità...
Vi starete chiedendo cosa sia mai questa novità.
Rispondo subito dicendo che è un'esperienza nuova di santificazione del sabato che tiene presente il tesoro che la tradizione ebraica ha saputo conservare sul sabato e la richiesta di consacrazione del sabato che Maria ha fatto prima a Lucia di Fatima e poi ad Elisabeth Szanto, unita a tutta la tradizione liturgica sul sabato a Maria.
Non mi dilungherò troppo sui principi e la spiritualità, perchè credo che questo non sia lo spazio adatto. Voglio condividere con voi l'esperienza che ieri abbiamo fatto insieme alle famiglie della nostra parrocchia.
Ho chiesto loro un incontro straordinario, all'ingresso del primo sabato di agosto, per poterci preparare all'itinerario che lo Spirito Santo ci sta tracciando per incontrare il Risorto nel nuovo giorno della settimana durante l'anno pastorale che verrà...
Il fine era pregare per comprendere ciò che il Signore ci chiede e venire incontro alle sue richieste.
E' stato un ingresso del sabato davvero meraviglioso, in cui ho ricevuto davvero tante piccole conferme dal Cuore di Gesù e di Maria.
La prima: l'esperienza dell'ingresso del sabato richiede una preparazione particolare interiore ed esteriore che richiede una grande fede e una grande comunione. Queste due caratteristiche, a mio avviso, dipendono da una grande collaborazione tra l'uomo e Dio.
Il mio ministero in parrocchia mi vede coinvolta tante volte nell'organizzazione di eventi di evangelizzazione e di momenti di preghiera in cui ho la frustrante sensazione che le persone stiano facendo qualcosa per far piacere a me o a chi li guida in generale.
Ieri, invece, ho visto famiglie che preparavano e organizzavano la preghiera e la cena, come se la parrocchia fosse la loro casa, come se la sposa dovessero riceverla loro in prima persona. Nessuno, sebbene ci fossero persone nuove a quell'esperienza, mi ha chiesto: "Cosa devo fare?". Tutti sapevano cosa fare e lo hanno fatto nel migliore dei modi...
Questo, vi assicuro, è un dono che, per quanto umanamente ci si possa sforzare non si ottiene col semplice voler fare una cosa...deve operare l'Amore...
La seconda: i momenti di preghiera sono stati così ben integrati da vincere tutte le mie paure. Inizialmente temevo che nessuno tra i presenti avrebbe capito cosa fare e perchè lo stavamo facendo. Temevo di non essere stata chiara nella spiegazione, etc...etc...
Invece, lo svolgimento della preghiera è stato davvero fluido, proprio come se fosse guidato da un vento che riempiva di gioia. Anche se avevamo voci diverse e corpi diversi nella danza, ci siamo sentiti uno e tanti contemporaneamente...Da quando abbiamo aperto la porta al sabato di Maria a quando abbiamo concluso con la danza, il nostro grido di preghiera si univa a quello della chiesa intera e agli ebrei.


L'ultima (per me la più importante): alla fine della preghiera, abbiamo sorteggiato un mistero del Rosario da meditare nel giorno di sabato secondo le indicazioni che Maria ha dato a Lucia di Fatima. Indovinate un pò: il mistero che io ho ricevuto è stato l'incoronazione di Maria Regina del cielo e della terra. Quella frase: "vieni in pace, corona dello sposo", che poco prima avevamo cantato, mi veniva ora direttamente dalla voce dello Spirito Santo e di Maria. Ora potevo sentirlo con forza quel canto nuovo che il Signore prima mi sussurrava...quella sposa che è in cielo viene per preparare quella sulla terra, perchè una sola sposa possa unirsi intimamente al Messia...
Amen! Vien, Signore Gesù!

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