Gravidanze sante

Quest'anno, un pò diversamente dal solito, non ho condiviso sul blog l'itinerario di Avvento. 
In realtà, quando non scrivo per un periodo lungo è perchè cerco di ascoltare ciò che il Signore vuole dirmi.
Sto facendo l'itinerario di Avvento e di Natale sulla "Vita della Madonna"secondo le visioni della beata Anna Catharina Emmerich. La meditazione di queste visioni della monaca tedesca mi ha fatto entrare nel vivo delle gravidanze dell'albero genealogico di Gesù.
Gli apocrifi hanno un pò saziato la nostra curiosità rispetto ai concepimenti prodigiosi e alle nascite miracolose, ma, nel racconto di Anna Catharina ciò che stupisce non è tanto la prodigiosità delle nascite quanto la radicalità e la caparbietà dell'attesa degli antenati di Gesù.
Quando sono stata a Trani alla "settimana della cultura ebraica" mi ha colpito tanto il senso dell'attesa del Messia di cui è pregna la preghiera dello shabbat. Tra noi cattolici non c'è questa attesa che entra nella preghiera, nei gesti del quotidiano, nel rapporto con Dio.
La santa nascita di Anna, di Maria, del grande Giovanni, del Nostro Signore e Dio, Gesù, non sono solo stati dei segni prodigiosi, ma la risposta di Dio ad un grido, ad un'invocazione da parte del suo popolo.
Anna Catharina addirittura racconta che Gesù proviene da una parte del popolo di Israele che consacrava la vita, il matrimonio, i figli per la venuta del messia. Essi non sapevano come Dio avrebbe fatto eppure si donavano.
Inoltre, Anna Catharina mostra un popolo che attende il Signore in forma sacerdotale con un grande legame con il tempio, con la ritualità, con la preghiera. Coloro che attendono il Signore non vivono di sospiri, ma esercitano un sacerdozio del cuore davanti al trono di Dio. Essi prima di sapere di essere i destinatari della benedizione si offrono. Sanno quando è il tempo di parlare solo con Dio e di cercare le sue grazie.
Infine, hanno una capacità di comunione che fa entrare Dio nelle relazioni, nelle carezze reciproche, negli eventi chiave della vita.
 Per farla breve, ho visto il popolo dell'attesa di cui mi piacerebbe far parte e che mi ha suggerito tante grandi rivoluzioni nella vita mia, nella fraternità, in Ain Karim, nel nostro ministero con i bambini e i giovani. Come Zaccaria, però, non ho ancora voce per parlare, perchè forse, anch'io manco di fede nelle meraviglie del Signore proprio come questa bellissima figura di sacerdote muto. Mentre scrivo, però, penso che egli ha dato la vita ad un figlio che grida. Sia questo dunque il mio augurio per voi: il mio silenzio incredulo generi per Dio tanti figli che gridino al mondo che "il regno dei cieli è vicino". Amen!
Buon Natale...


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