I vostri nomi sono scritti nei cieli!

La nostra comunità parrocchiale sta dedicando questo mese alla comunione dell'amore di Gesù con i santi. Abbiamo cominciato il 31 ottobre con la festa dei santi, abbiamo continuato con l'apertura dell'itinerario di counseling spirituale in onore dei santi patroni di Napoli e, infine abbiamo voluto portare i santi ad Ain Karim, nel nostro itinerario cristiano di educazione alla nascita.
Come sapete i primi due eventi sono stati una meraviglia: ci teniamo a raccontarvi quindi le meraviglie anche del terzo.
L'incontro ha avuto come tema un elemento importantissimo: la scelta di un nome per il proprio figlio. Da tutti i punti di vista dare un nome ha un significato e un impatto profondo sulla persona che lo riceve, ma ciò che noi abbiamo voluto trasmettere ai genitori è che il senso cristiano del dare un nome ha un valore che supera e ingloba tutte le motivazioni umane.
Non vi voglio raccontare come abbiamo svolto l'incontro o cosa penso a riguardo, mi voglio soffermare su alcune affermazioni che ieri i genitori in attesa hanno condiviso a conclusione dell'incontro. Ci trovavamo nella Cappella dell'Adorazione, dopo il tempo di meditazione sul nome che essi avevano pensato sul proprio bambino.
Innanzitutto voglio condividere questa: è stata una condivisione fatta sia da una mamma Flavia, che da un papà Carlo. "Io ho conosciuto Gesù da grande, mio figlio lo sta conoscendo qui ora!".
Non spieghiamo mai il principio per cui facciamo Ain Karim, ma ogni volta i genitori hanno la capacità di comprenderlo. E' meraviglioso come questi genitori sviluppino la consapevolezza che Ain Karim non sia un corso preparto, ma che sia l'occasione per far incontrare Gesù al proprio figlio dal grembo materno.
Poi c'è la condivisione di Maria, una mamma che ha scelto il nome per il proprio bambino per un senso di riconoscenza verso i nonni. Maria ci ha detto: "E' una prospettiva interessante sapere che nostro figlio attraverso il nome di un santo può sentirsi collegato ad un personaggio grande, importante... Mi fa rivalutare la mia scelta." 
Lo dico per esperienza personale: il santo di cui si porta il nome anche se non lo ricordiamo mai, non lo preghiamo mai, c'è. Ha una predilezione per la persona e la segue. Ne segue il cammino accompagnandola a Gesù. Quando sono stata a S. Domenico nella stanza di Tommaso d' Aquino mi sono sentita così vicina ed onorata di portare il suo nome: ne ho percepito tutte le implicazioni sulla mia scelta di vita, sul mio lavoro, sulle mie passioni, sulla mia vita spirituale...
E infine c'è Fatima: Flavia la mamma di cui ho parlato sopra ci ha raccontato una vicenda commovente. Mi ha detto che da quando si è sposata la Madonna di Fatima la "perseguita". Insieme a suo marito Salvatore, aveva pensato che se avessero avuto una femmina si sarebbe chiamata Fatima. Qualche settimana dopo il nostro ritorno da Fatima, io avevo pubblicato la copertina del nostro quaderno parrocchiale sull'anno pastorale in corso. Titolo del quaderno è. "Ripartiamo da Fatima". Per lei è stato il segno ulteriore che non solo la sua famiglia, ma anche quel bambino dovesse essere legato a quella spiritualità...e se fosse maschio? Si chiamerà Francesco: ieri il Signore le ha fatto meditare che Francesco è uno dei protagonisti dell'apparizione lì a Fatima...
Io di solito, quando conduco un gruppo riesco a restarne fuori...ieri mi sono commossa tanto...
Spero che tutti questi piccoli di Ain Karim siano tanti apostoli degli ultimi tempi per preparare il mondo ad accogliere Gesù che viene.
Maranathà, vieni Signore Gesù!






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