"credi tu questo?"(Gv.11,26)

Giovedì scorso siamo stati a Pulsano, presso l'Abbazia dove lo Spirito Santo quest'anno ci ha condotti per la nostra settimana di ritiro.
Il nostro P. Raffaele voleva rendersi conto della struttura e degli spazi, visto che quest'anno abbiamo deciso di portare con noi gli operatori pastorali.
Io ero sicura che il Signore ci volesse lì...
L'abbazia si trova nei pressi di Monte Sant'angelo dove si trova la grotta di S.Michele. E' un luogo strano: arido, impervio, da un lato, ventoso e suggestivo dall'altro. Le grotte e gli eremi intorno all'Abbazia testimoniano la presenza di un monachesimo antico e suggestivo che ancora oggi parla e, a mio parere, ha tanto da insegnare alla chiesa del nostro tempo.
Siamo arrivati in Abbazia mentre i monaci pregavano l'ora media.Era bello guardare le posizioni della preghiera, l'orientamento, il canto. Dopo la preghiera, i monaci ci hanno accolto nella loro sacrestia. Dopo un breve scambio, il monaco Pietro ci invita a restare a pranzo. Io ho subito detto sì. Per me questo invito era la possibilità di entrare in un monastero, di vederlo dall'interno, di comprendere la vita dei monaci. Così, dopo che il monaco Efrem ci ha fatto visitare la foresteria, siamo entrati in monastero. Abbiamo mangiato in un grande refettorio, fresco, con la vista sul mare. Mentre si mangiava tutti stavano in silenzio. Poi, dopo pranzo, abbiamo potuto parlare e fare ai monaci tante domande sulla storia dell'Abbazia.
Per me, il fatto che i monaci siano stati così accoglienti è stato un segno del cielo. Credevo che fosse impossibile poter stare con loro e condividere i loro ritmi. Invece, le loro porte si sono aperte per noi. E ho pensato che Gesù mi stesse dicendo che Lui può realizzare ciò che io credo impossibile.
Questa cosa mi è stata confermata di nuovo nella conversazione con il monaco Pietro. Egli, a poca distanza dal convento, ci ha mostrato un monastero femminile e ci ha raccontato un pò le cronache storiche dei rapporti tra ramo maschile e femminile fatti di lotte, ma anche di eventi meravigliosamente impossibili. Ci ha raccontato la storia di un monaco narrata nelle storie dei Padri del deserto. Questo monaco fu accusato di aver avuto relazioni sessuali con una donna e di aver avuto un figlio con lei. Per questo motivo, fu obbligato a lasciare il convento e prendersi cura del bambino. Il monaco si occupò dell'educazione del bambino. Quando il bambino divenne adulto, il monaco chiese di rientrare in monastero e lì trascorse il resto dei suoi giorni. Il giorno della morte, mentre lo lavavano e lo vestivano, si resero conto che il monaco era una donna.
Ed ecco che sentivo che il Signore aggiungeva dell'altro alla mia ispirazione: è il cammino verso la santità che realizza l'impossibile! E sentivo che Gesù ripeteva anche a me, così come aveva fatto per la sorella di Lazzaro: "Tu credi questo?"..."Se credi vedrai la gloria di Dio"...
Io penso che, se questo vale per il mio "impossibile", valga anche per tutti voi che leggete.
Che anche noi, come Maria, possiamo accogliere l'impossibile che si apre dinanzi a noi, affinchè Gesù venga: Maranathà, vieni Signore Gesù!

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