In pellegrinaggio verso la Porta Santa: il cammino del Natale e la terza parte del segreto di Fatima

Finalmente anche nella nostra diocesi, ieri, abbiamo potuto attraversare la Porta Santa, aperta in occasione del Giubileo straordinario della misericordia. Ci siamo preparati molto intensamente a questo momento di grazia. Come consiglia il papa, nella bolla di indizione, non abbiamo voluto fare un pellegrinaggio solo esteriore, ma anche interiore.




Per prepararci a questi giorni di grazia, avevamo chiesto, già da questa estate, all'associazione Aiuto alla Chiesa che Soffre di mandare nella nostra parrocchia un testimone della chiesa perseguitata che ci facesse ascoltare e apprendere la potenza dello Spirito Santo dove la chiesa soffre di più. Avevamo bisogno di incontrare da vicino, di abbracciare, di sentirci dentro la relazione con quei fratelli per i quali, ormai da anni, preghiamo.
E' proprio il 5 dicembre, quando è arrivato don Oleksandr Khalaym che è cominciato il nostro pellegrinaggio interiore verso la porta Santa della misericordia. Nei giorni in cui Padre Alessandro, così lo abbiamo ribattezzato in italiano, è arrivato in mezzo a noi, a me è sembrato di tenere presenti nell'anima due immagini che ho anche messo come titolo di questo post.
Ieri, in maniera molto forte, queste due immagini sono ritornate nella mia mente, durante il nostro pellegrinaggio verso la Porta Santa dello splendido Duomo di Napoli. 

Vi starete chiedendo che cosa può legare la terza parte del messaggio di Fatima al cammino verso il Natale. Se vi soffermate un attimo a pensare, queste due immagini ci fanno entrare in un percorso per incontrare Dio. La meta di questo percorso è l'incontro, ma il cammino è la parte caratterizzante.
Quando penso al cammino natalizio, mi viene sempre in mente, oltre al nostro presepe napoletano, un'opera teatrale meravigliosa della fine del 1600 circa, la "Cantata dei Pastori". Quest'opera, che, fortunatamente, viene ancora custodita e rappresentata in diverse forme artistiche, racconta la nascita di Gesù come un viaggio che non solo devono fare Giuseppe e Maria verso Betlemme, ma anche due persone comuni, con i pregi e i difetti di tutti gli uomini, Razzullo e Sarchiapone. In questo viaggio, essi sperimentano la fame, il freddo, le difficoltà del lavoro quotidiano e la presenza inquietante dei diavoli che viaggiano insieme con loro per tutto il cammino.
Anche la terza parte del segreto è un percorso, questa volta verso la croce, durante il quale si rischia di essere ammazzati, ma anche questo ha valore, perché gli angeli usano il sangue degli uccisi e lo uniscono a quello del Signore per avvicinare altre anime.
In entrambi questi percorsi, il dolore è evidente, forte, ma non protagonista. Protagonista è la gioia di una vittoria che non si è ancora raggiunta, ma per la quale vale la pena camminare e vivere tutto il percorso.
Nei giorni in cui è stato con noi Padre Alessandro ci ha insegnato proprio questo: ci ha fatto venire i brividi parlando delle persecuzioni orribili che i cristiani hanno dovuto subire nell'ex Unione Sovietica, ma ci ha fatto anche sorridere con la sua fede allegra, la sua simpatia, la sua capacità di far sentire il suo affetto a tutti.
Ieri, durante il pellegrinaggio verso la Cattedrale eravamo in tanti e la fatica del cammino, le distrazioni meravigliose di una Napoli, vestita a festa per il Natale, non consentivano di mantenere la preghiera e qualcuno si lamentava, perfino dell'utilità del giubileo, ma quando Dio ha aperto la Porta della Misericordia nel cuore di Napoli per noi è stato forte. Sono fuggiti i dubbi, le paure, la stanchezza e la fatica del contatto (c'era una fila lunga e noi napoletani amiamo stare attaccati quando facciamo le file!). Mi fermo nel descrivere, perché la misericordia è un'esperienza e non si può descrivere con poche parole.
Solo due cose per finire. La prima: ha concluso la cerimonia un cardinale nigeriano. Per noi è stato un segno di conferma per il nostro impegno di preghiera e di carità per la chiesa perseguitata.
La seconda: Padre Alessandro è ucraino, un paese che faceva parte dei paesi dell'ex Unione Sovietica, come ho scritto sopra, e che ancora oggi soffre violenza e guerra. La Madonna a Fatima chiede di pregare per la Russia e, io sono convinta che non sia un caso il fatto che tra i diversi sacerdoti, a noi abbiano mandato proprio una persona che viene dall'Est. Penso che l'invito di Maria sia ancora valido per noi che cerchiamo di approfondire il grande messaggio di pace e di misericordia che viene da Fatima all'Europa.
Buon cammino a tutti voi!
Dio ci protegga dal male che cammina con noi e ci faccia sentire nel cuore che a questa vittoria non può esserci limite!!!
Maranathà, vieni Signore!


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