Dio: Incomprensibile eppure capace di "stare con noi"

Ieri abbiamo acceso la terza candela della nostra corona intraprendendo lo stesso viaggio di uno dei pastori del nostro presepe napoletano, Benino.
Benino è il pastore che sogna, posizionato sulla sommità del presepe. Mi piace sottolineare questa caratteristica del pastorello, perchè il presepe napoletano ci dice in che posizione metterci per incontrare Dio. Benino usa la parte di sé meno vigile, non pragmatica, eppure è il personaggio che ritroviamo poi, tra i primi, in ginocchio davanti alla grotta del Messia. E' il primo ad incontrarlo...
Anche noi ci siamo messe in una posizione fisica e interiore

aperta al sogno, per intraprendere il nostro viaggio verso la grotta.
Voglio condividere con voi degli aspetti interessanti emersi dal nostro viaggio attraverso il "nostro" personale presepe.
Il primo è il Mistero: nel nostro viaggio verso la grotta è emersa questa Presenza misteriosa, inattingibile eppure operante.
Il secondo è la fragilità. La fragilità ci scuote nel profondo e provoca comportamenti che non sempre sono coerenti con il nostro essere cristiani. Eppure, non so perchè (anche questo appartiene al Mistero) a Dio piace incontrarci proprio lì nelle nostre fragilità. Sono convinta che questo valga per le persone, ma anche per la chiesa cattolica e le chiese cristiane.
Mi ha colpito questo proprio nel Vangelo di oggi. Giovanni il Battista, il profeta, più che un profeta, oggi ci mostra la sua fragilità. Nelle sue catene, a pochi momenti dalla morte, ecco che il dubbio si fa strada. "Sei tu il Messia?". Gesù non risponde a Giovanni, usa , parlando di sè, le azioni del prendersi cura di chi è fragile, ma ha una Parola per Giovanni: "Beato chi non si scandalizza di me".
Secondo me, è questa la beatitudine con cui Gesù, "canonizza" Giovanni. E' come sei dicesse: "Tu che sei perfetto, che sei più di un profeta, non ti sei scandalizzato del mio amore che prende in braccio i fragili, che si sporca con i peccati della gente, che arriva fino all'inferno per recuperare chi amo".Sono convinta che quel dubbio di Giovanni, lo abbia reso bambino, lo abbia spogliato prima del Battesimo di sangue, per poter fare l'ultimo passaggio per entrare nella gloria di Dio.
Gesù ammira Giovanni, ma ora gli deve aprire il Cielo, lo deve rendere pronto per il Battesimo di sangue, quindi lo rende piccolo e povero perchè anche egli possa ascoltare  e fare esperienza della Buona Novella del Regno. 
Allora, mi è venuta un'idea da tutta questa riflessione! Se questo natale cambiassimo posizione anche noi? Se sognassimo anche noi con il cuore di bambini la grande Luce divina che deve venire? Forse, anche noi come Giovanni, potremo essere presi in braccio da Gesù...
Maranathà, vieni Signore!!!

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