"Che dici di te?" "Io sono voce"

Il nostro Giovanni, grande maestro dell'attesa, ogni volta che la Parola lo indica, sa insegnare qualcosa di molto profondo. Oggi lo troviamo al di là del Giordano, riferimento grande per Israele dei suoi tempi e per la storia dopo di lui. Giovanni è carismatico e lo sa: folle intere sono attirate da lui. E' profeta e sacerdote. Giovanni è una persona di profonda relazione con Dio. Se ne accorgono tutti. Cominciano ad accendersi speranze. Tanto che i personaggi di riferimento di Israele gli mandano persone per comprendere cosa Giovanni abbia da dire sul Messia. E' che quando si vede operare Giovanni viene voglia di Messia. E' un'associazione spontanea. Quando, a quel rabbi che battezza al di là del deserto, vengono fatte le domande che Israele si porta nel cuore, fin dalle promesse a Davide, egli non risponde definendosi. Giovanni, secondo me, sa bene che il suo ministero ha a che fare col ministero di Elia. Lo ha respirato dall'alto per ispirazione dello Spirito Santo e lo ha respirato da dentro, perchè la sua famiglia sapeva bene il ruolo che egli aveva nella vicenda del Messia. Eppure Giovanni non si definisce per chi è, ma si definisce per la missione che deve compiere in quel momento. E'concentrato su cosa deve fare per fare spazio a Gesù che si deve rivelare al mondo. Che insegnamento grande! Tante volte siamo così attenti a realizzare chi siamoin generale, ma ci perdiamo una parte importante: cosa dobbiamo fare per essere quello che siamo. Giovanni è attento a questo e si lascia guidare nel suo "ministero", come diciamo noi nella chiesa, esclusivamente dalla Parola di Dio. Lo Spirito Santo rivela a quell'Elia cosa deve fare per essere chi veramente è: voce. Voi vi chiederete: "Noi come dobbiamo fare? Quali sono i passi per realizzare come Giovanni quello che siamo veramente?". E soprattutto: "Come farlo in accordo con lo Spirito Santo?
A me è successo di conoscere una pratica, che papa Francesco vuole si estenda a tutta la chiesa. La pratica che, a me ha rivelato i passi e li rivela ogni volta, è stato il Battesimo nello Spirito Santo. E', per farla breve, un percorso di incontro con Gesù Risorto e Vivo, attraverso la riscoperta battesimale, e, secondo me, è anche un itinerario di crescita e di guarigione. Durante quei momenti lo Spirito agisce e parla. Al momento della preghiera di effusione, viene donata una parola. Per la mia vita, quella parola, un salmo precisamente, è stato un richiamo per i passi che mi portano ad essere quello che Dio vuole. Ogni volta che sento la domanda da parte dei miei farisei interiori ed esteriori: "Che dici di te?", mi ricordo cosa è che Dio vuole che io faccia in quel momento. Vi starete chiedendo cosa c'entra Giovanni con l'effusione. Giovanni che ha battezzato con acqua, ha desiderato il Battesimo di Spirito Santo e fuoco che noi riceviamo. Se ne è fatto profeta, nel senso etimologico: voce da parte di Dio.
Noi, che siamo così legati ai catechismi, diamo poco spazio al Battesimo. Si fa da piccolissimi e basta. Lo Spirito Santo e il fuoco però non possono rimanere soppressi dalle nostre catalogazioni di Dio. E' importantissimo, se vogliamo riscoprire la nostra missione di figli di Dio, riprendere il Battesimo, riappropriarcene e tirare fuori tutti i regali che Dio ci ha fatto. Senza Battesimo, il nostro incontro con Gesù Risorto perde di vigore, gli manca il fuoco e tutti i sacramenti poggiano su una casa senza fondamenta. E' come avere nel garage una fuoriserie e non riuscire a guidarla.
L'invito che io vi faccio è di trovare il modo per recuperare il vostro Battesimo e le potenti cose che Dio vi ha donato in quel momento. Vi troverete così ad aspettare Colui che viene in un modo nuovo. Maranathà, vieni Signore!

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