L' anno 2024, che sta per terminare ci ha lasciato dei doni importanti su cui, secondo me, è bene riflettere.
Innanzitutto, Papa Francesco prima della celebrazione della Veglia di Natale ha aperto la Porta Santa in S. Pietro dando ufficialmente inizio all'anno giubilare ordinario dal tema: Pellegrini di Speranza.
Inoltre, una coincidenza bellissima ha fatto in modo che nel giorno di Natale, al tramonto, si accendesse la prima luce di Hannukà, perchè il 25 dicembre e il 25 del mese ebraico di kislev cadono nello stesso giorno.
Partiamo con uno sguardo all'evento di apertura della Porta Santa: i vari media ci hanno dato la possibilità di essere presenti a S. pietro in un momento così suggestivo e ci hanno mostrato una scena singolarissima. Papa Francesco che, per primo, ha bussato perchè quella porta, simbolo dell'Amore Misericordioso di Dio, si aprisse, era in carrozzina. A causa della sua età avanzata, un pò come nella profezia che Gesù ha fatto a Pietro (Gv.21,18), le sue gambe non funzionano più. Il successore di Pietro, pur impossibilitato a muoversi, si è fatto Pellegrino di speranza. Che bel messaggio per noi tutti!
Credo che questo sia il primo elemento su cui ciascuno di noi può meditare: "in questo giubileo, muoviti verso la Speranza anche se "qualcosa" ti limita".
Per me, le porte sante, a Roma, come in tantissimi luoghi delle nostre diocesi, sono il segno del Cuore di Gesù che è sempre aperto per noi.
Un altro elemento è la bellissima coincidenza tra Natale ed Hannukà.
Giovanni, nel suo Vangelo, al capitolo 10, versi 22-39, ci racconta che Gesù celebrava questa festa e, se osserviamo bene, i segni profetici di questa festa si realizzano in Lui.
Hannukà e Natale ci mostrano qualcosa di piccolissimo che è in grado di illuminare "coloro che camminano nelle tenebre" (Is. 9,1) . E' difficile, quasi impossibile accettare questo messaggio, di fatto, però,Giovanni ci dice una cosa "le tenebre non hanno vinto" (Gv.1, 8) questa Luce.
Chi ha creduto, ha fatto un gesto, che è stato ieri quello di Francesco, di mettersi in cammino,malgrado non avesse capito questo messaggio fino in fondo. Si è lasciato condurre dai segni di amore che il Signore ha messo sul cammino.
Mi ha colpito tanto, questa notte, l'atteggiamento dei pastori. Essi si sono messi in cammino, malgrado fosse stato detto loro "che un bambino...che giace in una mangiatoia"...fosse..."il Cristo Signore" (Lc2, 1,20).
Noi ci siamo abituati al termine "Cristo", ma in ebraico questo termine significa Mashiah, il Messia. E' il termine greco per dire "unto", perchè il Messia è l'unto del Signore. Un bambino che è nato in una mangiatoia è il Messia di Israele. Non un guerriero, non un politico, non un re, non un sacerdote, non un ricco, neppure una persona qualunque. Un bambino che sta in una mangiatoia è l'unto di Dio: questi uomini si sono fatti muovere da questo messaggio surreale, così come, nel passato, la fede di quei Maccabei aveva acceso quella piccola ampolla di olio puro che è diventata luce per 8 giorni.
E' una cosa stupenda ed è contro ogni logica umana: Giovanni, in questa Messa di Natale, spingerà ancora più oltre questo "impossibile", così come fece Gesù nel giorno di Hannukà raccontato nel Vangelo. Il Signore ha detto: "io e il padre siamo una cosa sola" (Gv10,30), così come Giovanni nel suo Prologo ci dirà: "il Verbo era Dio".
Dio stesso è il Messia. Quel Bambino, quell'Uomo uguale a noi, a cui, magari, siamo anche disposti a credere come uomo mandato da Dio, è proprio Dio. Lì cadiamo tutti.
Davanti ad un Dio così incomprensibile restano poche opzioni: o lasciar perdere o accogliere.
Stanotte ci è stato dato un messaggio di Speranza. Abbiamo, come i Maccabei, una piccola ampolla di olio e la piccolezza di un neonato che sta in una mangiatoia di animali. Che dite, ci muoviamo o lasciamo andare?
Buon Natale!
Buon Giubileo!
Hag Sameach Hannukà!
Maranathà,viani Signore!
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